Gioia Tauro: la situazione è calda in tutti i sensi

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Oramai pare tutto irrecuperabile, la terna commissariale fronteggia a fatica le criticità soprattutto a causa della poca disponibilità economica di un ente che si ritrova ad affrontare un dissesto finanziario. Sventola la bandiera Italiana fuori dal Comune, eppure tante volte pare lecito chiedersi se facciamo davvero parte di questo Stato a cui spesso abbiamo prestato servizio, anche in casi straordinari come lo smaltimento delle armi chimiche siriane avvenuto appunto all’interno del Porto di Gioia Tauro. Le urla di disappunto dei cittadini spesso rimangono inascoltate, il lavoro scarseggia e l’illegalità dilaga mentre lo Stato latita. Rimanere chiusi in casa nel periodo più caldo dell’anno a causa di un incendio doloso avvenuto nel piccolo “Bronx” di Gioia Tauro, il quartiere “Ciambra”, è forse l’ultima goccia che i cittadini hanno deciso di sopportare. Urge restaurare la vivibilità e questa volta farlo seriamente, questa volta non c’è bisogno di Stefania Petix e nemmeno di un bassotto, questa volta non c’è bisogno della commiserazione che diventa audience, questa volta c’è bisogno di una misura straordinaria da parte del Governo Centrale, sbloccare un fondo destinato alle emergenze prima che questa bomba sociale esploda definitivamente col rischio di fare più danni di un terremoto.

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