Chiudere la Tendopoli di San Ferdinando, o sarà Guerra Civile!

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È vero, forse il titolo è un po’ provocatorio, ma neanche tanto. L’aria che si respira oggi in Italia che è diventata molto pesante. Da un lato ci sono gli immigrazionisti ad oltranza, quelli che tutti i giorni santificano la figura del migrante cancellandone i difetti, minimizzandone le malefatte, abusando del termine Razzismo con cui si vuole squalificare da ogni discussione chiunque non la pensi come loro. Dall’altro ci sono quelli che hanno capito quanto l’immigrazione incontrollata sia un problema sociale, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie,e quindi cercano di trasformare la rabbia degli italiani in consenso. 

San Ferdinando è uno degli esempi più fulgidi dei danni che può comportare un’organizzazione approssimativa nella gestione del fenomeno migratorio. Un’oasi di degrado, disperazione ed illegalità, dove migliaia di migranti si affollano nel caos più totale.  Negli anni abbiamo visto cosa può partorire quella che è una vera e propria bomba ad orologeria: una rivolta violenta di immigrati partita proprio dalla Tendopoli, che ha causato caos, disordine e feriti nelle strade della Zona Industriale che collega Gioia Tauro a Rosarno e San Ferdinando, un regolamento di conti interno che ha portato alla morte di Becky Moses, giovane nigeriana morta carbonizzata, e solo qualche giorno fa l’ennesimo incendio, di cui ancora rimane ignota la natura, che ha portato alla morte di un altro giovane 18enne che si trovava nella Tendopoli. Si rincorrono poi voci di presunti furti perpetrati da parte di immigrati presso abitazioni ed attività commerciali nei centri abitati vicini alla Tendopoli. Se queste voci dovessero essere confermate, e se davvero si è oltrepassato anche questo limite, lo scontro frontale sarà inevitabile e si potrebbe scatenare una vera e propria guerra civile. 
Intanto, immigrazionisti oltranzisti da una parte ed “alchimisti della rabbia” dall’altra si sfregano le mani: i primi sono pronti a sostenere gli immigrati ergendoli a Martiri del Razzismo, i secondi sono pronti a gettare benzina sul fuoco per favorire lo scontro. Nel mezzo ci sta una popolazione abbandonata, illusa dagli slogan e dalle passerelle politiche di chi, nel corso degli anni, ancora non ha mosso un dito per risolvere la situazione ed allo stesso momento incattivita da chi nonostante ciò li colpevolizza sommariamente di Razzismo Indiscriminato.   

Christian Carbone 

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