Osteopatia e neurochirurgia si incontrano a Rosarno

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Osteopatia e neurochirurgia si incontrano a Rosarno


Intervista al dott. Lorenzo Genitori, neurochirurgo e attuale direttore del centro di eccellenza di neurochirurgia dell’ospedale Meyer di Firenze. Il dott. Genitori, da alcuni anni, collabora con il Dynamic Medical Center di  Rosarno portando avanti una importante partnership con l’osteopatia e con i servizi resi da Diego Porpiglia. Un sodalizio che si manterrà in futuro con nuovi progetti.

Buongiorno dott. Genitori. Può raccontarmi il suo rapporto con l’osteopatia?

Il mio rapporto con l’osteopatia nasce 15 anni fa con uno studio fatto insieme all’osteopata Ferronisulle plagiocefalie posizionali in cui si è dimostrata una evidenza di efficacia del trattamento osteopatico in queste anomalie posturali. Da qui è nata una collaborazione quotidiana che si è estesa a tutte le patologie coinvolgenti il sistema nervoso centrale. Oggi l’osteopatia è presente all’ospedale Meyer con personale dedicato nei reparti. Il mio rapporto con l’osteopatia si è inoltre esteso con collaborazioni con altri osteopati, come appunto Diego Porpiglia, con il quale abbiamo iniziato una convenzione per la formazione, la didattica, e l’ausilio neurochirurgico nei trattamenti osteopatici.

L’importanza del trattamento in gravidanza e dopo il parto?

Straordinaria, questo è un capitolo in costante espansione sia per quanto riguarda le eventuali patologie del feto, sia per quanto riguarda la fisiologia della gravidanza. Osteopatia significa accompagnare e ricercare la salute. Se prendiamo in esame tutte le patologie del bambino legate alla gravidanza o al parto ci rendiamo conto di quanto sia importante il ruolo dell’osteopatia in questi momenti della vita della donna. A livello posturale inoltre la possibilità di avere un controllo osteopatico permette di avere una analisi di come sta procedendo la gravidanza, andando ad intercettare una serie di possibili problematiche per tempo.

Da siciliano, come è per lei tornare a lavorare in una struttura del Sud Italia?

È  sempre una bella opportunità. Purtroppo la sanità in Italia è parcellizzata con zone di eccellenza accanto a zone in cui è più difficile creare circoli virtuosi. In questo contesto la scelta di Diego Porpiglia è straordinaria perché così facendo non si depaupera il territorio, costringendo il paziente a migrazioni sanitarie, ma si cerca di curarlo il più vicino possibile alla sua residenza. I poli di eccellenza servono a trattare patologie complesse, come ad esempio l’ospedale Meyer di Fienze, dove porgo la mia opera. Presso il Meyer negli anni il peso medio dei drg, ossia la complessità degli interventi, si è progressivamente alzato in relazione alla complessità dei casi trattati. Oggi quasi il 40% di tutti i bambini che giungono all’ospedale hanno situazioni estremamente complesse che richiedono strutture molto organizzate e di eccellenza. Così facendo la casistica meno complessa può tranquillamente rimanere sul territorio, senza necessità di spostamenti per il paziente e la sua famiglia. Da qui l’interesse di strutture come quella del Dr Porpiglia.

Ma a livello pratico come si può agire secondo lei per tutelare i pazienti?

È chiaro che questa visione teorica cozza spesso con la parcellizzazione del sistema sanitario, dove ci sono territori virtuosi in grado di gestire pazienti anche complessi, e territori dove viene difficile persino praticare una terapia antibiotica a domicilio. Bisogna lavorare per andare  incontro alle esigenze dei pazienti, creando percorsi virtuosi per il sostegno della salute, in tutto il territorio, usando i centri di eccellenza solo per le patologie più complesse.

In questo contesto quanto può essere utile la presenza di professionisti sul territorio al fine di intercettare e indirizzare al meglio patologie e pazienti.

La presenza dello specialista stanziale non è necessario. Le patologie più complesse possono essere intercettate anche da specialisti che operano in maniera saltuaria. Ciò presuppone però che il sistema di pronto soccorso funzioni adeguatamente per le patologie acute. La sensibilità osteopatica sempre di più permette un aiuto nella diagnostica pediatrica. Sempre di più gli osteopati sono a fianco dei pediatri sia per la risoluzione di problematiche posturali, sia nel processo diagnostico.

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