“Sono molto contento di aver promosso, in un territorio come Gioia Tauro segnato negli ultimi anni da un’elevata incidenza di patologie neoplastiche, un incontro-confronto incentrato sulla prevenzione del ‘big killer’: il tumore al polmone. Si tratta del primo di una serie di seminari finalizzati ad offrire un quadro d’insieme esaustivo delle questioni più attuali della sanità di oggi. Inoltre, la presenza di relatori di grande levatura scientifica e di rappresentanti istituzionali ha richiamato l’importanza di fare rete intorno a patologie che rivestono anche e soprattutto una valenza sociale”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Giuseppe Pedà, componente della III Commissione Sanità, che aggiunge. “Importante la presenza del prof. Pierpaolo Correale, direttore dell’UOC di Oncologia del GOM e ricercatore che sta studiando un vaccino contro il cancro al colon, considerato un luminare nel suo campo. Ed è certamente significativo questo suo passaggio ‘Quando sono arrivato a Reggio, ho trovato medici eccezionali messi in condizioni miserabili di lavoro’. Il prof. Correale ha richiamato l’importanza della “governance” nei pazienti oncologici: dalla diagnosi all’assistenza, compreso il supporto psicologico, ma anche, portando l’esempio del suo reparto (3 medici per 22 pazienti, ce ne vorrebbero almeno 7) la difficoltà che essa venga effettivamente garantita”. Pedà richiama un altro messaggio di Correale: “Dal 2015, -ha detto il primario- l’immunoterapia è in grado di restituire dignità di persona ai pazienti, molti dei quali tornati addirittura al lavoro ma ognuno di loro ci costa 100mila euro l’anno: Reggio è passata da 20 pazienti con tumore al polmone a 350, di questi 230 sono in immunoterapia oncologica, l’obiettivo è avviare una concreta attività di prevenzione perché il cancro non è una maledizione che arriva dal cielo ma ha una sua evoluzione prevedibile”. All’incontro, hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Alessio che ha proposto “alla Regione di sostenere una richiesta al ministero della Salute affinché insedi una Commissione tecnico-scientifica che in territori come Gioia individui il nesso causa effetto tra la presenza di impianti potenzialmente nocivi e determinate patologie tumorali”. Ancora, il direttore sanitario dell’ospedale di Gioia, dott.ssa Zappone; amministratori e medici del territorio, rappresentanti di diverse associazioni locali; moltissime persone che hanno avuto a che fare direttamente o indirettamente con pazienti oncologici. Al tavolo dei relatori anche il vicepresidente provinciale dell’Ordine dei medici, Giuseppe Zampogna ed il cardiologo Giuseppe Minutolo. “In questo anno e mezzo di esperienza in Commissione Sanità -ha concluso Pedà- è stato difficile iniziare un percorso per addivenire a dei risultati, in poco ci siamo riusciti, molto altro c’è ancora da fare, però ho avuto modo di vedere la prospettiva di tanti medici e paramedici stoici di altissima professionalità. Di recente, ho avuto un lungo colloquio con il direttore Bray: a lui ho ribadito che è necessario mettere Gioia nelle condizioni di funzionare in attesa del nuovo ospedale. Il problema è che ogni volta che trovo un interlocutore poco dopo lo sostituiscono: in sanità è molto importante anche la continuità di gestione”.
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