L’Isis sta riducendo l’Europa a brandelli

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L’Europa è ridotta quasi a brandelli e non solo politicamente, perchè a destabilizzare ulteriormente un flebile equilibrio politico-monetario dopo la complessa uscita dalla moneta unica della Gran Bretagna (soprattutto sui mercati finanziari con annesse speculazioni),e le turbolenze sull’accoglienza dei migranti, ci pensa tutti i giorni l’Isis, il nemico per antonomasia che mina sulla sicurezza di tutte le genti europee e non solo. È dal 2004 che l’Europa è sotto perpetuo attacco del terrore, tutto ebbe inizio con l’attentato in Spagna fra i convogli dei treni alla vigilia delle elezioni politiche spagnole. Se Londra e Madrid furono le prime metropoli mitteleuropee a subire mattanze e scie di sangue, certamente chi ha subito maggiormente è la Francia con polemiche su falle eventuali dei servizi segreti. È dei giorni scorsi la strage di Nizza,e come se non bastasse è di queste ore l’attentato avvenuto nei pressi di Rouen precisamente a Saint-Etienne-du Rouvray, ove è stato sgozzato un parroco tale Jacques Hamel, in quello che è il simbolo del cattolicesimo ovverosia una Chiesa. I deceduti sono tre, oltre al parroco anche i due attentatori e lievemente feriti quattro ostaggi, fra i quali due suore. E come scordare le stragi di Parigi alla redazione Charlie Hebdo e l’attentato al Bataclan ed anche la strage di Tolosa. Ma non solo, ultimamente anche la Germania è sotto torchio fra psicopatici e terroristi. Ricordiamo infatti la strage di Monaco da parte del giovane Ali Sonboly che pochi giorni or sono uccise nove giovani rei di averlo dileggiato a scuola; ancora ad Ansbach sempre in territorio tedesco, un ventisettenne tale Mohamed Delel, si è fatto esplodere senza uccidere nessuno poichè gli era stato impedito dalle autorità di accedere al concerto ove presenziavano circa duemilacinquecento persone e ferendo solamente, si fa per dire, tredici persone . E ancora una donna uccisa sempre in Germania da uno psicopatico. E ancora citiamo per non dimenticare, le stragi in Belgio e in Danimarca . Un ammanto di sangue che colpisce senza confini anche in luoghi lontani come in Somalia o Bangladesh . Ma quello che viene da chiedersi come è ovvio che sia, è se sia in grado questa Europa “inferma e attonita” politicamente di avere una politica comune, con comuni servizi di sicurezza alfine di garantire la incolumità delle proprie genti. Già perchè purtroppo questo sembra solo l’inizio di un bruto e lugubre incubo dal quale non vi è via di uscita se non una “labirintica guerra” di morte e sangue ove non vi sono, nè saranno vincitori nè vinti  ma solo agonia magoni e vite sventrate. Con la sensazione che “mala tempora currunt”, ovverosia che siamo in cattivi tempi. Sapremo rialzarci e non farci calpestare dal terrore?.

Francesco Grossi

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