Omicidio a San Ferdinando, le confessioni della moglie di Cacciola

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Emergono nuovi inquietanti dettagli sull’omicidio Pangallo avvenuto la sera del 26 giugno scorso a San Ferdinando per mano di Giuseppe Cacciola, 33enne di Rosarno, costituitosi il giorno seguente presso la locale tenenza dei carabinieri. Secondo le ricostruzioni, pubblicate sulla Gazzetta del Sud, i militari, la sera stessa dell’omicidio, avevano rinvenuto davanti all’abitazione di Cacciola e moglie, in via Puccini, tracce di sangue, estendendo così i controlli all’interno della casa, dove sono state poi trovate altre tracce ematiche. Cacciola, reo confesso, ha dichiarato di aver ucciso l’uomo “senza volerlo”. Pangallo infatti, secondo l’omicida, sarebbe stato colpevole di aver avuto rapporti virtuali con sua moglie, la quale avrebbe in seguito ammesso di aver avuto a che fare con l’uomo, in quanto però responsabile della gestione di una chat di incontri per conto di Pangallo. Cacciola, scoperta là chat di incontri, avrebbe così finto di essere la moglie, tendendo così una trappola al 58enne e dandogli appuntamento a San Ferdinando, dove è stato poi massacrato ed ucciso.

Giada Zurzolo

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