Zmedica: la bufala delle intolleranze alimentari

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Il nostro scarso spirito di sacrificio ci porta sempre alla ricerca di miracolosi metodi per perdere peso, troppo offuscati dalla pigrizia da non renderci conto delle centinaia di bufale che veri e propri procacciatori d’affari ci propinano, svuotando la nostra autostima…e le nostre tasche.

Nascono così, ogni giorno, nuove tecniche, nuove strategie, nuove mode che ci promettono miracoli. 

Uno di questi innovativi approcci è quello delle intolleranze alimentari: ci fanno credere che l’intolleranza verso uno o più alimenti sia la causa dell’aumento del peso corporeo e che, una volta escluso il o gli alimenti incriminati, perderemo peso facilmente.

Il concetto di intolleranza è ben divers e deluderà  le aspettative: si definisce intolleranza alimentare una reazione di ipersensibilità ad un alimento, di origine non allergica, dipendente dalla dose. Numerose intolleranze alimentari presentano sintomi molto simili alle reazioni allergiche, sebbene non coinvolgano il sistema immunitario.

Alcuni composti naturalmente presenti negli alimenti, ma anche sostanze aggiunte intenzionalmente come additivi alimentari, possono provocare reazioni avverse al cibo.

Le intolleranze possono essere dovute a diversi meccanismi: anomalie del metabolismo da mancanza di enzimi (come nell’intolleranza al lattosio), iperreattività verso composti normalmente presenti negli alimenti (amine vasoattive), ecc.

La sintomatologia provocata dall’ingestione di un alimento cui siamo intolleranti è molto simile a quella provocata da un’allergia. Ad esempio, l’istamina e la tiramina contenute in alimenti fermentati come formaggio, bevande alcoliche, pesce in scatola ecc., se introdotte in quantità eccessive possono provocare sintomi da intolleranza come vasodilatazione, cefalea, aumento della pressione ecc. Anche il nitrito di sodio, antiossidante usato come battericida nelle carni trattate può provocare orticaria, emicrania, disturbi intestinali e arrossamento

Da quanto detto si evince chiaramente che l’intolleranza non è altro che una specie di allergia e che non c’è nessun nesso tra essa e l’aumento di peso.

Inoltre non esistono test considerati validi scientificamente. Infatti, le uniche intolleranze alimentari per cui esistono comprovati test diagnostici sono quelle al glutine (dosaggio degli anticorpi e biopsia) e al lattosio (test del respiro).

Non a caso, otto società scientifiche quali  l’Associazione Medici Diabetologi, la Società Italiana di Diabetologia, la Società Italiana di Nutrizione Umana, la Società Italiana dell’Obesità, l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, la Società Italiana di Nutrizione Pediatrica e l’Associazione Nazionale Dietisti, hanno ufficialmente dichiarato che non esiste legame alcuno tra intolleranze alimentari e sovrappeso. Ne deriva la totale inutilità di questi test diagnostici.

Alcuni esempi di test sono il test del capello, quello della forza, la biorisonanza, il test del riflesso auricolare, il Vega test, il test su cellule del sangue.  

Insomma, un tripudio di mendaci strategie il cui unico scopo è il lucro, a scapito di tutte quelle persone che, prese dallo sconforto, magari davanti al fallimento di una dieta per chissà quale motivo, si abbandonando alle illusione di queste promettenti tecniche.

 

Diffidate! E per la serie repetita iuvant: l’unica vera terapia per perdere peso è fatta di dieta e attività fisica. Siate intolleranti alle bugie!

Dott.ssa Lorena Muzzupappa 

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