La nutrizionista risponde: gli alimenti ad alto indice glicemico fanno ingrassare?

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Gentile dottoressa,

sento parlare tantissimo di indice glicemico. Potrebbe darmi delle informazioni a riguardo? È vero che gli alimenti ad alto indice glicemico fanno ingrassare?

Sara

Carissima Sara,

in parole semplici, l’indice glicemico (IG) è un parametro che classifica gli alimenti in base all’incremento che essi determinano sul livello di glucosio nel sangue, ovvero sulla glicemia.
I valori di indice glicemico sono stati ampiamente documentati da numerosi studi, che hanno portato a classificare gli alimenti in tre gruppi (alto, medio e basso indice glicemico). Come punto di riferimento per la classificazione viene preso il glucosio o il pane bianco, cui viene attribuito un valore i IG pari a 100.

Gli alimenti ad alto indice glicemico sono quelli in cui i carboidrati presenti vengono rapidamente digeriti ed assorbiti dall’organismo determinando, conseguentemente, un repentino aumento della glicemia nel sangue. Questo esubero di energia porta ad un aumento della produzione  di insulina che provvede, a sua volta, ad immagazzinare l’energia in forma di riserva e a ridurre il consumo di grassi. Tutto questo porta ad un incremento di grasso e quindi di peso corporeo.

Utilizzando alimenti a basso indice glicemico, invece, viene ridotta la secrezione e la risposta insulinemica. In questo modo, i tessuti ritornano a produrre energia attingendo dalle riserve energetiche, quali il glicogeno e gli abbondanti grassi del tessuto adiposo, cui segue la riduzione del peso corporeo. Non solo, gli alimenti a basso IG sono proprio quelli che favoriscono la sensazione di sazietà e apportano poche calorie.

Per questi motivi, da dieci anni, l’IG viene considerato notevolmente importante per la lotta contro l’obesità, ma anche nella prevenzione di diabete e malattie cardiovascolare.

Tuttavia, l’indice glicemico degli alimenti non è un valore universale in quanto è influenzato da numerosi fattori quali la composizione dell’alimento, il luogo di coltivazione e raccolta, il contenuto in amidi, proteine, fibre e grassi, la combinazione con altri alimenti, il tipo di cottura, il grado di maturazione ecc. Per cui, i valori che spesso vediamo attribuiti ad un determinato alimento, sono valori medi e del tutto indicativi. Inoltre l’IG può presentare forti variazioni da una persona all’altra e non tiene conto nemmeno del carico glicemico, ovvero della quantità di alimento effettivamente consumata. Il carico glicemico infatti, valuta l’effetto sulla glicemia di un alimento basandosi sulle quantità effettivamente consumate;  tiene conto sia dell’IG che del contenuto di zuccheri per porzione consumata.

E’ proprio la quantità a fare la differenza. Per tanto, ai fini della riduzione del peso corporeo, non dovremmo preoccuparci di consumare alimenti ad alto indice glicemico, ma piuttosto della quantità che ne vogliamo consumare. 

Dott.ssa Lorena Muzzupappa

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