Zmedica- dieta, festeggiamenti ed occasioni speciali, come comportarsi

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Quante volte vi è capitato di mettervi a dieta e di ricevere, puntuale come un orologio svizzero, un invito ad un compleanno, una grigliata, un matrimonio o anche una semplice pizza in compagnia? 

Le domande nella mente scattano subito e il cervello, spesso, fa fatica a mantenere attiva la forza di volontà di partenza. Inizia allora un interrogatorio interiore “Che faccio? Vado? Non vado? Interrompo  la dieta? Assaggio giusto qualcosa? Oppure non mangio niente così non esagero? E se poi ci sono i cannoli con la ricotta? A quelli proprio non so resistere!” Insomma, un susseguirsi di domande che minano la stabilità del percorso intrapreso e porteranno, inevitabilmente, all’abbuffata. 

Sbagliato!

Come ci si dovrebbe comportare allora? Come dovrebbe reagire una persona a dieta di fronte ad un’occasione speciale? Andiamo ad analizzare qual è l’approccio psicologico e nutrizionale da seguire. 

Dal punto di vista mentale, il soggetto a dieta è sottoposto a rigide regole che lo sottraggono a uno dei piaceri della vita: il cibo. L’idea di trasgredire per una volta quelle regole lo rende ancor più desideroso  di mangiare tutte quelle cose che la dieta gli ha levato. L’effetto si amplifica se consideriamo, appunto, un’occasione speciale dove, per festeggiare, si abbonda con cibo tanto gustoso quanto calorico. 

L’approccio ideale da tentare è quello dell’accettazione. Bisogna, in primis, accettare l’idea che stare a dieta perennemente non è possibile perché l’alimentazione ha anche risvolti sulla nostra vita sociale; convincersi del fatto che seguire regole troppo rigide per lunghi periodi di tempo, inevitabilmente, stanca, facendo così naufragare tutti i buoni propositi. Infine, bisogna accettare la possibilità di mangiare qualcosa di diverso rispetto a quanto prevede il piano alimentare anche perché, le persone che occasionalmente trasgrediscono una dieta, sono quelle che ottengono i migliori risultati e a lungo termine.

In sostanza, gli inviti vanno accettati, senza discutibili domande oansie paranoiche. Questo approccio, non solo tende a tranquillizzare il soggetto a dieta, ma può anche farlo mangiare di meno: consapevole del fatto che  può scegliere quello che vuole, non si accenderà il desiderio di ingurgitare qualsiasi cosa si trovi sulla strada, ma selezionerà i piatti scegliendo, ovviamente, solo i più prelibati ed esclusivi. 

Dal punto di vista nutrizionale invece, è chiaro che una trasgressione può “disturbare” una dieta ma spesso i danni sono sovrastimati e portano il soggetto ad abbandonare la terapia perché “tanto ormai ho sgarrato, riprendo lunedì”. Non è assolutamente vero! Il danno c’è ma diventa assolutamente irrilevante se il giorno dopo, si ritorna al rigido regime. 

Infine, per chi vuole essere quanto più possibile ligio al dovere, si possono adottare “trucchetti” per ridurre l’apporto di calorie: evitare il pane, non abusare con l’alcol, non fare i bis di alimenti fritti e molto altro ancora. 

Come sempre, la giusta misura rappresenta la strada maestra da intraprendere: mantiene l’equilibrio mentale e non penalizza eccessivamente l’intake calorico. 

E se è vero che “l’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi”, azzittire il senso di colpa che ne deriva sarà un gioco da ragazzi!

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