Aumento dei disturbi mentali tra i giovani: un allarme da non sottovalutare

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I disturbi mentali tra i giovani stanno vivendo un drammatico aumento, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si stima che tra il 10 e il 20% dei bambini e degli adolescenti nel mondo ne soffrano, con il 50% delle patologie psichiatriche che si manifestano prima dei 14 anni.

In Italia, circa due milioni di bambini e ragazzi fino ai 17 anni sono colpiti da disturbi neuropsichiatrici.

Numerose ricerche e testimonianze dirette confermano l’ampiezza della crisi che coinvolge i giovani, ma spesso gli adulti faticano a riconoscere i segnali del disagio. Secondo la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia), il 59% delle persone con disturbi alimentari ha un’età compresa tra i 13 e i 25 anni, con un aumento dei comportamenti autolesivi e suicidari del 27% rispetto al periodo pre-COVID.

Lo studio “Dipendenze Comportamentali della Generazione Z”, promosso dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, ha rivelato che in Italia sono a rischio almeno 700.000 ragazzi.

Il 2,5% del campione mostra segni di dipendenza dai social media, mentre il 12% è coinvolto nella dipendenza da videogiochi, soprattutto maschi. Le scuole medie sono particolarmente a rischio, con il 14,3% degli studenti coinvolti nella dipendenza da videogiochi.

La comunicazione tra genitori e figli risulta compromessa per molti ragazzi a rischio, con oltre il 75,9% degli studenti con rischio di dipendenza dai social media che dichiara difficoltà di comunicazione con i genitori. Anche i genitori, a volte, non riescono a percepire la gravità dei problemi o li sovrastimano. Ad esempio, l’8,6% dei genitori che non rilevano problemi legati ai videogiochi ha un figlio a rischio di dipendenza da gaming.

Di fronte a questo scenario preoccupante, è fondamentale capire se un minore vicino a noi sta male e quale ruolo possono e devono avere genitori, insegnanti e l’intera società nel contrastare questo fenomeno. È necessario affrontare queste domande con immediate risposte e un impegno concreto per garantire il benessere mentale delle future generazioni.

Christian Carbone