Il Pensiero Del Giorno: La Giornata Mondiale della Salute Mentale tra realtà e tabù

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Il Pensiero Del Giorno sulla La Giornata Mondiale della Salute Mentale, celebrata il 10 ottobre.

La salute mentale e i propri risvolti hanno in nuce le loro contraddizioni ed assurdità. Assurdità nel senso etimologico latino del termine ab-surdum, ovvero la panoplia delle cose che ancora voce non hanno, se non le pubbliche e talora ironiche e mattoidi pregiudiziali. Ora tutto ciò ha anche una Giornata per cercar di dar voce ad un mondo sovente ovattato ed incompreso toto caelo. Quante volte costui che è affetto da una malattia psichica è additato come matto? Quante volte l’ignoranza e il pregiudizio imperano? In un’intervista diligente ed interessante la giornalista de L’Espresso, Francesca Barra, ha chiamato in causa intervistandolo Dario D’Ambrosi, direttore del Teatro Patologico, premiato in tutto il mondo anche presso le Nazioni Unite per il suo operato e modus operandi nel trattamento delle malattie psichiche. Egli appalesa nel corso dell’intervista l’aspetto preminente delle malattie mentali, quale genialità insita nell’individuo, esplicando di aver curato nel corso della sua carriera medica circa 1.700 ragazzi con i loro talenti e specialità. Bisogna dir basta alle tabuizzazioni e vivere la malattia mentale come tutte le altre patologie. Non occorrerebbero giornate dedicate al tema quanto piuttosto maggior comprensione e umanità in un mondo sempre più trans-umano che ci richiede di essere sine die, sempre più automi e meno uomini con le nostre paure e fragilità che sono la cifra dell’uomo. Basta coi pregiudizi bisogna vivere ed accogliere l’altro, come diceva e sosteneva il maestro Andrea Camilleri come totalmente altro da me, senza aver paura e/o timore, senza stigma alcuno. Gli stigmi uccidono le diversità e le unicità del singolo perché non accolgono ma respingono, repellono l’essenza del totalmente altro quale ricchezza da abbracciare per arricchire se stessi. Nulla sosteneva Seneca, siamo senza l’altro, poiché senza di esso non ci riconosciamo. Abbattere le barriere amando e tenendo con sé l’altro, identificandosi seppur nella differenza.

Francesco Grossi