Succede che le emozioni più grandi attendano molto tempo prima di tornare a vivere, succede che dietro un sipario troppo spesso aperto per “lavori amatoriali di ispirazione televisiva ” torni invece a vivere il bel canto, l’opera lirica. Ed è proprio quello che è successo sabato sul palco del teatro “Francesco Cilea” con un evento a tratti trascendentale che ha celebrato le arie più belle dell’opera; da Mozart a Puccini, da Mascagni a Verdi con un accento particolare alla produzione del compositore palmese Francesco Cilea. Una serata dal forte impatto emotivo durante la quale si sono susseguiti grandi artisti della scena mondiale, i quali hanno regalato momenti indimenticabili ad un pubblico decisamente ipnotizzato dalla bellezza. Un pianoforte: Alessandro Praticò, talentuoso giovanissimo pianista reggino ( in partenza per all’Operà di Parigi dove lavorerà per due anni con un contratto ufficiale) e le voci dei grandi protagonisti della lirica. Questi gli ingredienti di una serata che scrive una pagina di altissimo livello nella storia del Teatro reggino. “Il Gran Galà della lirica”, secondo appuntamento del prestigioso festival “Mediterraneo sacro e profano” ha lasciato tracce indelebili nell’animo di chi ha ascoltato è si arreso alla potenza ed alla capacità di raggiungere vette altissime per qualità, eleganza ed interpretazione. Una scena, quella di ieri, che ha visto insieme giovani, ma già affermati cantanti, e grandi professionisti del canto lirico: Liliana Marzano e, con lei, due vere star del belcanto: Dimitra Theodossiuou e Roberto Scandiuzzi . Due artisti che, sotto la direzione di grandi maestri come Muti, Oren, Metha, hanno cantato da protagonisti nei maggiori teatri del Mondo: dal Metropolitan di New York al Teatro alla Scala di Milano, dal Festival di Salisburgo alla Fenice di Venezia. Accanto a loro, i giovani Luca Bruno, Sarah Baratta e Misha Sheshaberidze. Voci che hanno scritto le più belle pagine della lirica mondiale insieme a voci destinate a farlo. Una miscela felice, duetti di incredibile riuscita emotiva e assoli capaci di tenere altissima l’attenzione di un pubblico che non ha lesinatoapplausi, lacrime e gioia. Perché la lirica è questo: è potenza dell’uomo sul respiro, sulle vibrazioni che riescono a farsi carne, movimenti di voci a tratti sensuali e sinuose e a tratti forti, dure, penetranti. Un’occasione, quella del festival, per riportare all’interno del teatro Cilea l’opera lirica, assente da troppo tempo a Reggio: l’occasione per inserirla dentro circuiti prestigiosi affinché ascoltare Mozart o Verdi diventi “abitudine” all’incanto.
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