Il cagnolino Pati – torturato e ucciso a Catanzaro

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“Questa notte, nel quartiere Signorello, di Catanzaro, si è verificato un atto di estrema barbarie nei confronti di un cane innocente. È con profondo dolore e indignazione che l’assessorato alla Protezione degli animali del Comune di Catanzaro, il Sindaco e tutta l’amministrazione condannano fermamente questo atto vile di crudeltà. Pati, membro amato della nostra comunità, è stato trucidato in modo spietato, barbaro, lasciando un segno indelebile di violenza e disprezzo per la vita innocente”.

A scriverlo Nunzio Belcaro, assessore alla Protezione degli animali.
“Tale comportamento non solo è inaccettabile, ma mette in luce la pericolosità sociale di coloro che possono commettere tali atti disumani, poiché chi è capace di infliggere sofferenze agli animali potrebbe rappresentare una minaccia anche per le persone. Il Comune di Catanzaro auspica vivamente che vengano presi tutti i provvedimenti necessari per far sì che gli autori di questo crimine bieco siano identificati e puniti secondo le previsioni di legge. Inoltre, ci costituiremo parte civile in un eventuale procedimento penale: per garantire che giustizia sia fatta, per tutelare l’immagine di una città e dei suoi cittadini che amano gli animali e soprattutto per il povero Pati, affinché sia data una risposta ferma e adeguata ai responsabili di un atto così orribile”.
“Invitiamo pertanto tutti i cittadini a collaborare con le autorità, fornendo qualsiasi informazione utile che possa portare all’identificazione degli aggressori. È importante che la comunità si unisca nel condannare energicamente ogni forma di violenza, sia essa rivolta agli animali o alle persone. L’assessorato ribadisce il suo impegno per la tutela e il benessere degli animali e si batterà sempre contro ogni forma di crudeltà e maltrattamento”.

“Pati” è stato picchiato, castrato, gli è stata mozzata la coda.
“Pati”, il cucciolo amico di tutto il quartiere, vittima di una ferocia inaudita, espletata da un branco di miserabili incapaci di occupare civilmente una postazione in una società che non può ammettere l’integrazione di esperienze umane di così infimo livello.