Scarcerata l’animalista Maria Antonia Catania

60

Il Tribunale della Libertà (presidente dott.ssa Tommasina Cotroneo), accogliendo l’istanza di riesame proposta dai difensori Mimmo Infantino e Rocco Mazza, ha disposto l’immediata liberazione dell animalista Catania Maria Antonia. In particolare la difesa anche attraverso una articolata attività di investigazione difensiva, ha inteso dimostrare l’assoluta estraneità della Catania da qualsivoglia contesto illecito. La Catania, nella rivestita qualità di esponente dell associazione animalisti italiani onlus, avrebbe infatti condotto, nel 2014, con determinazione una battaglia – certamente dai toni accesi – nell esclusivo interesse dei cani, che dalla struttura di Taurianova, sarebbero stati trasferiti al canile di Sant’Ilario, per effetto della gara di appalto aggiudicata a Leonzio Tedesco quel canile, ne era convinta la Catania e ne erano convinti tutti gli animalisti che hanno avuto modo di accedervi, era un vero e proprio lager. Pertanto tutte le condotte tenute dalla Catania ( istanza di accesso agli atti, incontri con esponenti delle istituzioni e pressioni lecite al fine di scongiurare l ingresso di altri cani nella struttura di Leonzio Tedesco) non avevano nulla a che fare con il tentativo di estorsione realizzato da soggetti collusi con le cosche in danno dell imprenditore di Sant’Ilario. Gli avvocati Infantino e Mazza hanno inoltre documentato le meritorie attività di promozione delle adozioni, che hanno condotto in soli due anni l’uscita dal canile di Taurianova di oltre duecento cani adottati. Una attività in antitesi con gli interessi dei Fava e a favore dei comuni convenzionati i quali versano una retta giornaliera per ogni cane ricoverato in canile. Il collegio difensivo ha a gran voce contestato l’assunto, secondo cui la Catania sarebbe stata una animalista al soldo della ndrangheta dimostrando, carte alla mano e sulla scorta del contenuto delle intercettazioni, che la Catania è un animalista seria appassionata e non disposta al compromesso.