Centinaia di tirocinanti della scuola pubblica in Calabria restano senza incarico a causa del blocco amministrativo seguito alle dimissioni della Giunta Occhiuto, con famiglie e lavoratori lasciati nell’incertezza fino al voto di ottobre

L’anno scolastico è iniziato, ma non per tutti. In Calabria centinaia di tirocinanti della scuola pubblica si ritrovano senza incarico, sospesi in un limbo amministrativo generato dalle dimissioni del Presidente Occhiuto e della Giunta regionale. Una situazione che ha bloccato decisioni urgenti, lasciando senza certezze chi da anni svolge attività di supporto negli istituti scolastici.

La questione riguarda i TIS, i tirocini di inclusione sociale, già al centro di un dibattito complesso e mai del tutto risolto. Nonostante i proclami della passata maggioranza di centrodestra, i nodi restano molti, e la prospettiva di stabilizzazione per queste figure professionali appare sempre più incerta.

Particolarmente penalizzati sono i tirocinanti impegnati nel settore scolastico, che dall’inizio del nuovo anno non sono stati riconfermati. A loro è stato solo accennato un ipotetico percorso di autoformazione, ma al momento mancano atti concreti e garanzie.

A sollevare il problema è il consigliere regionale del Partito Democratico Ernesto Alecci, candidato al rinnovo del Consiglio per le prossime elezioni del 5 e 6 ottobre: “Non si è tenuto conto delle lecite aspettative di centinaia di padri e madri di famiglia, anche in età avanzata, che chiedono solo di poter contare su uno stipendio dignitoso impegnandosi e lavorando come hanno fatto finora”.

Parole che fotografano la preoccupazione diffusa tra i lavoratori, costretti da due mesi all’inattività e senza alcuna certezza sul futuro. La mancanza di decisioni, aggravata dal vuoto normativo lasciato dalle dimissioni della Giunta, ha di fatto congelato ogni prospettiva.

La vicenda, definita incresciosa dagli stessi tirocinanti, rimane senza una soluzione immediata. Toccherà alla nuova Giunta che si insedierà dopo il voto di ottobre affrontare con urgenza una questione che riguarda non solo i diritti di centinaia di famiglie, ma anche la continuità stessa del servizio scolastico.

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