Operazione Res-Tauro, apprezzamenti dal Sindaco di San Ferdinando: “Riconquistati spazi di libertà”

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Luca Gaetano

Gratitudine per l’opera di contenimento e repressione ma solo con il sostegno della società civile si costruisce una vera cultura della legalità.”

L’Amministrazione Comunale di San Ferdinando, attraverso le parole del sindaco, rivolge espressioni di sincera gratitudine alR.O.S. dei Carabinieri che, con il prezioso supporto del ComandoProvinciale dell’Arma, ha condotto l’operazione “Res Tauro”sferrando un duro colpo alla cosca Piromalli e portando all’arresto di 26 persone coinvolte in gravi reati di stampo mafioso. Questo grazie alle indagini svolte dalla D.D.A. presso la Procura di Reggio Calabria con il coordinamento del procuratore aggiunto Stefano Musolino e la guida del procuratore capo Giuseppe Borrelli.

Questo risultato – al di là del prosieguo giudiziario e al netto delle garanzie costituzionali – testimonia la determinazione e la professionalità di Magistrati e Forze dell’Ordine, custodi della legalità e garanti della sicurezza dei cittadini. Questa operazione restituisce alla comunità spazi di libertà, diritti universali e facoltà di autodeterminazione, indebitamente e ferocemente sottratti alla società civile grazie ai soprusi, alla prevaricazione e alla capacità di intimidazione dei clan di ‘ndrangheta.

La persistenza del potere occulto delle mafie, tuttavia, ci induce a una riflessione ulteriore e ci costringe a una imperativa presa di coscienza: la lotta alla criminalità organizzata non può poggiare solo sull’azione giudiziaria e investigativa ma richiede il contributo consapevole e responsabile di tutta la società civile, un’attenzione costante e un lavoro culturale.

E’ fondamentale che le azioni di contenimento e repressione si poggino su una ferrea volontà di respingere ogni forma – talvolta subdola – di condizionamento. Se ci si affida placidamente e passivamente all’esclusivo lavoro di Polizia Giudiziaria sarà difficile eradicare quel fenomeno che ha radici anche (dis)valoriali e culturali e che, grazie a una acquiescente e forse complice accettazione, turba e corrompe i valori fondativi della virtuosa convivenza civile.

È fondamentale allora che ciascuno faccia la propria parte, introducendo nel sentire diffuso quel concetto di stigma sociale cui corrisponda un rifiuto netto verso quei soggetti che non meritano rispetto né onori e che, al contrario, vanno isolati dal contesto pubblico. Le figure davvero importanti sono altre, sono le persone umili e oneste, sono le persone che nel loro piccolo rispettano ogni norma ed è questo che dobbiamo radicare nella percezione comune e nelle coscienza collettiva. Nessuna paura quindi, ma solo la forza condivisa di quella maggioranza silenziosa cui è necessario restituire voce e coraggio.

Che questa operazione sia solo un nuovo inizio allora, che sia uno stimolo per reclamare spazi di libertà e legalità, opponendosi a ogni forma di sopraffazione e di compromesso e scegliendo con fermezza la strada del rispetto delle regole. Solo attraverso l’unione tra Stato, Istituzioni, Agenzie Sociali e Cittadini consapevoli sarà possibile costruire un futuro libero dalle mafie, liberarsi da ogni timore, recuperare la dignità perduta e restituire speranza e futuro ai nostri ragazzi.

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