21 arresti per associazione mafiosa e altri reati. Colpo alla ‘Ndrangheta del Locale di Cirò, coinvolte le Procure e i Carabinieri di sei province
Oggi, 14 ottobre p.v., nella provincia di Crotone, nonché presso le Case Circondariali di Agrigento, Prato, Secondigliano (NA), Ancona, e gli Istituti di Reclusione di San Gimignano (SI) e Saluzzo (CN), i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, coadiuvati dai colleghi dei Comandi Provinciali di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, nonché dal Nucleo Cinofili, dall’8° Nucleo Elicotteri e dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.).
Il provvedimento riguarda 21 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione, turbata libertà degli incanti, danneggiamento, ricettazione e reati in materia di armi, aggravati dal cosiddetto “metodo mafioso” o dalle “finalità mafiose”.
Per 18 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per 3 è stato imposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
L’attività investigativa, coordinata dalla D.D.A. di Catanzaro e condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Crotone, rappresenta la naturale prosecuzione delle operazioni di polizia denominate “STIGE” e “ULTIMO ATTO”, e ha coperto un periodo compreso tra aprile 2023 e maggio 2024.
L’indagine si è sviluppata tramite intercettazioni, dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, attività di osservazione e pedinamento.
Le risultanze hanno delineato la persistente operatività della ‘Ndrangheta Locale di Cirò, documentando la resilienzadel sodalizio e la capacità di riorganizzarsi dopo i colpi subiti nel 2018 e nel 2023. È stato ricostruito un nuovo organigramma, con la presenza di veterani e nuove leve, che si avvalevano anche del supporto dei familiari di affiliati detenuti.
Tra gli episodi contestati figurano:
- l’omicidio dell’imprenditore edile Francesco Mingrone (Cirò Marina, 9 aprile 2003);
- numerose estorsioni a imprese aggiudicatarie di appalti pubblici, anche legati al P.N.R.R.;
- richieste estorsive a un lido balneare, a un punto vendita della grande distribuzione e a un ristorante fusion di Cariati;
- tentativi di assunzione forzata di affiliati o loro familiari;
- prelievi di carburante agricolo senza pagamento;
- un episodio di turbata libertà degli incanti, relativo a un’asta giudiziaria per un immobile di interesse del gruppo criminale.
È stata inoltre accertata l’esistenza di una “bacinella” (cassa comune) utilizzata per sostenere economicamente le famiglie dei detenuti e coprire spese legali, da cui sarebbero stati prelevati circa 30.000 euro per l’acquisto di un’autovettura destinata a un affiliato.
Le indagini hanno anche documentato la disponibilità di armi da fuoco da parte del sodalizio e la sopravvivenza delle cosche “Giglio” di Strongoli e delle ‘ndrine di Cariati, entrambe subordinate alla Locale di Cirò.
In parallelo all’esecuzione delle misure cautelari, sono state eseguite 17 perquisizioni personali e domiciliari e notificate le informazioni di garanzia ad ulteriori indagati, tra cui due soggetti sospettati di estorsioni e danneggiamenti ai danni di imprenditori di Cirò Marina, avvenuti tra novembre 2024 e gennaio 2025