Un dramma annunciato tra debiti, isolamento e rabbia: così a Castel d’Azzano è esplosa la follia dei tre fratelli
A Castel d’Azzano, in provincia di Verona, la notte tra il 13 e il 14 ottobre 2025 si è trasformata in una scena di guerra. Un casolare rurale, da anni simbolo di disperazione e ostinazione, è esploso in un boato che ha distrutto tutto. Nell’esplosione hanno perso la vita tre Carabinieri, mentre i responsabili del gesto — i fratelli Ramponi — sono stati tratti in arresto.
Chi erano i fratelli Ramponi
I protagonisti di questa drammatica vicenda sono Franco, Dino e Maria Luisa (o Maria Grazia) Ramponi, agricoltori e allevatori veronesi che vivevano in un casolare fatiscente alla periferia del paese.
Negli ultimi anni, i Ramponi avevano accumulato debiti e problemi legali legati a un mutuo che sostenevano fosse stato stipulato con firme contraffatte. Di fronte ai pignoramenti e alle ingiunzioni di sfratto, i tre fratelli si erano barricati nella loro casa, rifiutando ogni tentativo di mediazione.
Secondo le testimonianze dei vicini, i Ramponi vivevano senza luce né riscaldamento, rifiutando l’alloggio alternativo offerto dal Comune: “Volevano solo restare nel loro casolare”, hanno raccontato i residenti.
Un’escalation di minacce e tensioni
Non era la prima volta che i Ramponi si opponevano con violenza agli interventi delle forze dell’ordine. In passato avevano minacciato di aprire il gas e di far saltare la casa se qualcuno avesse tentato di cacciarli.
Le autorità erano consapevoli della pericolosità della situazione, ma il procedimento giudiziario di sgombero doveva comunque essere eseguito. Nella notte tra il 13 e il 14 ottobre, i Carabinieri, insieme ai reparti speciali UOPI, si sono presentati al casolare per procedere all’intervento.
L’esplosione: la trappola mortale
Quando i militari si sono avvicinati all’edificio, l’atmosfera era già carica di tensione. All’interno del casolare, i fratelli avevano aperto diverse bombole di gas e predisposto bottiglie incendiarie (molotov).
Pochi minuti dopo l’arrivo delle forze dell’ordine, si è verificata una devastante esplosione che ha distrutto l’abitazione e ucciso tre carabinieri:
- Brigadiere Valerio Daprà, 56 anni
- Carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni
- Luogotenente Marco Piffari, 56 anni
L’onda d’urto ha investito l’intera area, ferendo gravemente altri agenti, vigili del fuoco e soccorritori.
Le indagini e le accuse
La Procura di Verona ha aperto un’inchiesta per strage, ipotizzando che l’esplosione sia stata premeditata e non il frutto di un incidente.
Due dei fratelli, Franco e Dino, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice. La sorella Maria Luisa è invece ricoverata in ospedale con ustioni gravi. Gli inquirenti stanno ricostruendo la dinamica, valutando anche la possibilità che l’esplosione sia stata innescata volontariamente nel momento dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Un dramma annunciato
Dietro la tragedia dei fratelli Ramponi si nasconde il ritratto di un’Italia rurale dimenticata, dove solitudine, povertà e rancore possono trasformarsi in odio cieco verso lo Stato.
Il loro gesto, maturato in anni di isolamento e diffidenza, ha provocato una delle pagine più nere della cronaca recente. Tre servitori dello Stato hanno perso la vita mentre compivano il proprio dovere, travolti da una follia che poteva essere evitata.