Ospedale di Tropea al collasso: Piserà chiede ai Sindaci della Costa degli Dei un fronte comune per difendere il diritto alla salute

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Reparti chiusi, personale ridotto, servizi in crisi. L’ex consigliere comunale lancia un appello per un’azione unitaria: “Non è più tempo di parole, serve una voce sola che arrivi fino alla Regione.”

La situazione dell’ospedale di Tropea è ormai al limite. Reparti chiusi, personale ridotto all’osso, servizi ambulatoriali in affanno, dialisi e psichiatria in crisi: un presidio sanitario che, se non si interviene subito, rischia di non poter più garantire cure ai cittadini né di far fronte all’afflusso turistico estivo.

A lanciare l’allarme è Antonio Piserà, ex consigliere comunale, che in una lettera aperta indirizzata ai Commissari Prefettizi del Comune di Tropea e ai Sindaci di Ricadi, Joppolo, Spilinga, Parghelia, Zambrone, Briatico, Drapia, Zaccanopoli e Zungri, chiede la nascita di un fronte istituzionale e civico comune per difendere il diritto alla salute nel territorio. La missiva è stata inviata anche al Prefetto di Vibo Valentia, Anna Aurora Colosimo, e a S.E.R. Mons. Attilio Nostro, Vescovo della Diocesi.

Non possiamo più limitarci a dichiarazioni di principio – afferma Piserà –.
L’ospedale di Tropea è da anni in lenta agonia e in queste condizioni non può più assicurare assistenza ai cittadini. È tempo che i sindaci si uniscano, che la politica locale ritrovi una voce sola e che questo grido arrivi fino al Presidente della Regione, Roberto Occhiuto.”


Una crisi che dura da anni

Negli ultimi mesi il presidio ha subito un progressivo smantellamento:

  • Urologia ferma dopo le dimissioni del dottor Ventrice;
  • Proctologia inattiva per mancanza di anestesisti;
  • Oncologia a rischio chiusura per pensionamenti imminenti;
  • Servizi ambulatoriali e SERT privi di personale medico;
  • Centro dialisi in difficoltà per carenza di operatori e guasti non manutenuti;
  • Psichiatria territoriale priva di continuità assistenziale.

Una crisi che colpisce non solo i residenti, ma anche le centinaia di migliaia di turisti che ogni anno affollano la Costa degli Dei, contribuendo in modo determinante all’economia locale.

“Un ospedale efficiente – sottolinea Piserà – è parte integrante della sicurezza e dell’immagine turistica.
Non si può promuovere una destinazione d’eccellenza e al tempo stesso accettare un sistema sanitario che non riesce nemmeno a garantire l’emergenza.”


L’appello: assemblea pubblica e stato d’agitazione permanente

Per uscire dall’immobilismo, Piserà propone ai sindaci della Costa degli Dei di autoconvocarsi in un’assemblea pubblica aperta, coinvolgendo amministrazioni, sindacati, associazioni civiche, cittadini e la Chiesa Diocesana come riferimento morale e comunitario.

Obiettivo: dichiarare lo stato d’agitazione permanente e redigere un documento unitario da consegnare direttamente al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, affinché la questione sanitaria del territorio diventi priorità assoluta dell’agenda regionale.

“Non deve derivarne una manovra politica – precisa Piserà – ma una battaglia fondata su civiltà, dignità ed etica.
La salute è un diritto costituzionale e va garantito a tutti, indipendentemente dal CAP o dal Comune di residenza.”


Un fronte comune per il futuro della sanità locale

L’appello di Piserà è chiaro: unire le forze, superare i confini amministrativi e dare un segnale di responsabilità collettiva. Solo una mobilitazione compatta di sindaci, cittadini e istituzioni può riportare l’ospedale di Tropea al centro della rete sanitaria vibonese e calabrese.

“Tropea non può e non deve diventare il simbolo di una sanità abbandonata – conclude Piserà – ma il punto di partenza di una rinascita civile.
La salute è un diritto sacrosanto dei cittadini e tutelarla è dovere delle istituzioni, prima ancora che un impegno politico o sociale.”

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