Allarme funghi velenosi: boom di intossicazioni, medici avvertono sui rischi mortali

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In aumento i casi di avvelenamento: anche una sola porzione può provocare gravi danni a fegato e reni

Cresce l’allerta per le intossicazioni da funghi velenosi, un fenomeno in forte aumento con l’arrivo della stagione autunnale.
Il Centro Antiveleni dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, tra i più grandi e attrezzati d’Italia, è in prima linea nella gestione delle emergenze legate al consumo di funghi raccolti senza il necessario controllo da parte di un micologo della Asl.

Negli ultimi cinque giorni, il Cardarelli ha registrato 25 casi di avvelenamento, un dato che preoccupa i medici e che fa temere un’ulteriore crescita nelle prossime settimane.

I medici del Cardarelli: “Non fidatevi del riconoscimento fai da te”

“La stagione dei funghi è appena iniziata – spiegano i medici del Centro Antiveleni – e già stiamo ricevendo numerose segnalazioni. Di funghi velenosi si può morire, come nel caso delle specie appartenenti alla famiglia delle Amanite, ma anche altri tipi possono causare gravi danni epatici, renali o neurologici”.

L’appello è chiaro: mai consumare funghi raccolti autonomamente o ricevuti in dono, se non dopo il riconoscimento da parte di un micologo Asl, un servizio gratuito e disponibile su tutto il territorio.

Come riconoscere un’intossicazione da funghi

I sintomi più frequenti includono:

  • Nausea, vomito e dolori addominali
  • Diarrea e malessere generale
  • Cefalea, stanchezza e disturbi visivi
  • Nei casi più gravi, danni al fegato, ai reni e al sistema nervoso

Un segnale importante è il tempo di latenza: più i sintomi compaiono tardi (12-24 ore dopo il pasto), più grave può essere l’intossicazione. Talvolta può manifestarsi una fase intermedia di benessere prima del peggioramento.

Cosa fare in caso di sospetto avvelenamento

In caso di sospetta intossicazione, è fondamentale recarsi immediatamente al Pronto soccorso.
I pazienti vengono presi in carico con il supporto del Centro Antiveleni regionale, che fornisce indicazioni cliniche, terapeutiche e antidoti specifici.
È importante portare con sé eventuali resti dei funghi, crudi o cotti, per permetterne l’identificazione.

Un rischio anche sociale ed economico

Gli specialisti sottolineano come l’aumento dei casi sia legato anche a situazioni di difficoltà economica, che spingono alcune persone a raccogliere funghi spontanei per risparmiare.
Un comportamento che, avvertono, può mettere in pericolo la vita, soprattutto di bambini e soggetti fragili.

“Anche chi si ritiene esperto può sbagliare – ricordano i medici del Cardarelli –. Per questo è fondamentale rivolgersi sempre a un micologo qualificato prima di consumare funghi freschi.”

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