Blitz all’alba con oltre 30 militari e unità cinofile. Sequestri patrimoniali e reati aggravati dal metodo mafioso
I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Crotone, supportati da un dispositivo operativo composto da oltre 30 militari e da unità cinofile, hanno eseguito nelle prime ore della mattina del 10 dicembre un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Le misure riguardano tre soggetti ritenuti, a vario titolo, appartenenti o collegati a un sodalizio delinquenziale attivo nella provincia di Crotone e con ramificazioni in altre aree della Calabria e del territorio nazionale. L’operazione si inserisce in un più ampio quadro investigativo coordinato dalla DDA di Catanzaro.
L’attività ha comportato l’applicazione della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari per i tre indagati, con contestazione di ipotesi di reato riconducibili all’associazione di tipo mafioso disciplinata dall’art. 416-bis del codice penale, al trasferimento fraudolento di valori, all’estorsione e all’illecita concorrenza con minaccia o violenza. Tutte le condotte risultano aggravate dall’applicazione dell’art. 416-bis.1, relativo alle circostanze mafiose. Contestualmente sono stati eseguiti sequestri preventivi ai sensi degli articoli 321 c.p.p. e 240-bis c.p., riguardanti beni, utilità e disponibilità riconducibili agli indagati, direttamente o per interposta persona, con valore considerato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati o all’attività economica svolta.
I sequestri hanno interessato società, ditte individuali, immobili, rapporti bancari, autoveicoli e motoveicoli. Secondo la ricostruzione degli investigatori della Procura distrettuale, l’organizzazione criminale, riconducibile alla ’ndrangheta, avrebbe operato con una struttura capillare nel settore del food e beverage, esercitando un controllo occulto su noti locali situati sul lungomare crotonese. Le indagini hanno evidenziato l’uso di articolate schermature societarie e di prestanome predisposti per eludere la normativa patrimoniale e sottrarre alla giustizia la ricchezza accumulata, oltre al ricorso a condotte intimidatorie e minacciose, riconducibili al tipico metodo mafioso, per consolidare una posizione di forza e influenzare l’assetto concorrenziale del settore.
L’operazione testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza, in stretta sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nel contrasto alle infiltrazioni criminali nell’economia legale, nella tutela della sicurezza economico-finanziaria del territorio e nel rafforzamento degli strumenti di prevenzione patrimoniale.
































