Addio a Padre Fedele: il “frate ultrà” di Cosenza
Cosenza piange la scomparsa di Padre Fedele Bisceglia, storico frate francescano, noto come il “frate ultrà” per il suo straordinario supporto al Cosenza Calcio. Si è spento nella notte all’età di 87 anni, dopo un lungo ricovero presso l’Inrca di Cosenza.
Una vita a servizio dei “poveri e invisibili”
Nato nel 1937, è stato ordinato sacerdote nel 1964 e ha svolto vari ruoli, tra cui superiore del Convento di Acri e segretario delle missioni estere in Africa. Ha vissuto a contatto con i poveri, gli emarginati, combattendo la piaga della lebbra e fondando l’Oasi Francescana per assistere chi era in difficoltà. Anche il suo impegno sportivo era profondo: tifoso appassionato del Cosenza, portava spesso i suoi cari ultrà nei suoi viaggi missionari, trasformando la fede sportiva in solidarietà.
Una vicenda giudiziaria controversa
Nel 2006 fu accusato di violenza sessuale nei confronti di una suora; le accuse provocarono una lunga battaglia giudiziaria. Nel 2015 fu assolto in Appello e definitivamente in Cassazione l’anno seguente. Nonostante ciò, rimase sospeso dall’Ordine dei Cappuccini e non poté più celebrare la Messa pubblicamente.
Negli ultimi giorni, un ultimo desiderio sospeso
Durante il suo ricovero, il vescovo di Cosenza aveva dichiarato di essere disposto a concedergli il permesso di celebrare di nuovo la Messa appena le sue condizioni lo avessero permesso. Tuttavia, il frate non è giunto a realizzare questo desiderio prima di morire.
L’affetto della città
La sua morte è stata annunciata da amici e sostenitori tramite un post carico di dolore: Padre Fedele è stato definito “monaco amico degli ultimi” e “un secondo padre” per molti. La comunità, commossa, lo ricorda con affetto e gratitudine per l’esempio di carità, giustizia e fede che ha lasciato dietro di sé.
Una figura indimenticabile
Padre Fedele resta impresso nella memoria collettiva come simbolo di una Cosenza autentica, fatta di fede vissuta, passione civile e attenzione verso il prossimo. La sua missione, perseguita tra stadi, missioni e vicoli, rimarrà viva attraverso chi continuerà a seguire il suo messaggio: “Si deve concedere perdono al fratello per riceverlo da Dio.”