ROMA – La deputata M5S Vittoria Baldino e la già deputata e coordinatrice provinciale M5S di Crotone, Elisabetta Barbuto, attaccano duramente il presidente dimissionario della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in merito alla vicenda del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone.
Secondo le due esponenti pentastellate, “l’esultanza di Occhiuto sul caso Sin di Crotone è l’ennesima operazione di mistificazione della realtà”. Ricordano che fu il governo Conte a imporre a Eni l’obbligo di smaltire fuori dalla Calabria tutti i rifiuti, pericolosi e non, provenienti dalle discariche a mare dell’ex Pertusola, recependo il PAUR emanato dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria nell’agosto 2019.
Baldino e Barbuto accusano Occhiuto di omettere che nel 2024 il suo stesso governo ha messo in discussione quella prescrizione e di aver aperto la strada a Eni per modificare il POB 2, grazie alla revisione del piano regionale dei rifiuti approvata dalla sua giunta il 12 marzo 2024. Un piano che, eliminando il riferimento al fattore di pressione e introducendo criteri favorevoli alla creazione di discariche di scopo nell’area di bonifica, è stato immediatamente sfruttato da Eni per chiedere una nuova variante del piano di bonifica.
Le due esponenti M5S sottolineano che, nonostante un successivo cambio di rotta in difesa del PAUR, Occhiuto avrebbe comunque autorizzato a Crotone la realizzazione di un impianto di gassificazione da 25 tonnellate al giorno per rifiuti organici, pericolosi e non, e un termovalorizzatore da 65mila tonnellate per rifiuti industriali, compresi quelli farmaceutici.
“L’opposizione al decreto è stata solo fumo negli occhi – affermano – senza una reale visione per liberare Crotone dai veleni”. Baldino e Barbuto parlano di “ipocrisia” nella soddisfazione di Occhiuto per la sentenza del Tar e rivolgono un ringraziamento al comitato “Fuori i veleni”, che “a mani nude ha ricostruito documento dopo documento il disegno criminoso” che, secondo loro, stava prendendo forma in Calabria “con il consenso di Occhiuto, del Ministero e di Eni”.
Le due esponenti concludono chiedendo maggiore serietà e rispetto per i calabresi, “nei confronti di questioni che erodono il diritto alla salute”.