Condò: a Gioia Tauro l’isola ecologica fuori dalla città, dentro discariche a cielo aperto

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Sono trascorsi sei mesi dall’insediamento della nuova amministrazione guidata dal sindaco Pedà, sei mesi di bellissime feste, coloratissime luminarie e  spettacoli costruttivi. L’amministrazione non ha però, in questi sei mesi, attuato risoluzioni per problemi della città che, di fatto,

si sono acutizzati. La città è praticamente una discarica a cielo aperto, sono sotto gli occhi di tutti gli scarrabili – che di regola si utilizzano solo in caso di emergenza, emergenza rifiuti in cui Gioia Tauro non si trova visto che i conferimenti avvengono regolarmente all’inceneritore – una spesa ( 33.858,00 iva e trasporto compreso determina n°60 del 22-09-2015) fatta solo per tamponare il problema. La mia voce vuole essere quella dei tanti cittadini che non hanno più la forza di dire basta. Condanno duramente gli incivili ma non posso biasimare quei cittadini: non motorizzati, anziani ed anche le badanti degli allettati che, una volta giunti allo scarrabile, se lo ritrovano stracolmo e non possono far altro che poggiare il loro sacco fuori, qual è l’alternativa che propone l’amministrazione? Forse continuare a mantere questa situazione che vede: l’isola ecologica fuori dalla città e le enormi discariche a cielo aperto dentro?

Il mio intervento è anche un intervento che vuol essere risolutivo perché sono convinta che, in primis, bisogna essere realisti e prendere atto della gravità igenico/sanitaria in cui ci troviamo e, solo dopo, propositivi e risolutivi. In questo momento in cui ancora non vi è un’idea di programmazione da parte della maggioranza e la minoranza, non si sa per quali regioni, tace, io da dirigente provinciale del Partito Democratico mi attiverò per la mia città – come ho già fatto per questioni importanti come la vertenza dei portuali – mettendo in contatto il sindaco Pedà con il Presidente Oliverio – facendomi portavoce di una proposta. Entrando nel merito della proposta, le diverse soluzioni possibili da attuare nell’immediatezza sono due:

1) Il sistema di raccolta porta a porta, per essere attuato nella nostra Gioia, ha bisogno di un organico composto da almeno 33 operai e circa 10/12 mini compattatori. Visto che al Comune non vi è abbastanza forza lavoro, propongo di affidare il servizio ad una cooperativa di tipo B, costituita da uomini e padri di famiglia  gioiesi disoccupati.

2) Qualora non si potesse nell’immediato partire col porta a porta, si potrebbe tornare alla raccolta indifferenziata con il ritorno dei cassonetti, come avvenne fino al 2011. Tra  l’altro il comune possiede oltre 200 cassonetti.

Vogliamo poi affrontare e prendere anche atto del mancato servizio dello “spazzamento stradale”, che avviene solo in alcune vie principali? Il servizio costa all’ente e quindi ai gioiesi ben 462.000,00 annui, ecco un esempio oggettivo di spreco. La mia proposta prevede che lo spazzamento stradale venga affidato a cooperative sociali di tipo B. In tal senso ci potrebbero essere 2 operatori a quartiere. Gioia Tauro è suddivisa in 11 quartieri, quindi almeno 22 persone potrebbero essere sufficienti per mantenere tutta Gioia Tauro pulita e dignitosa come merita.

E mi spingo oltre: per quanto riguarda il personale interno del comune proporrei che venisse utilizzato per la manutenzione delle strade: marciapiedi, abbellimento di piazze, pulizia tombini, caditoie ed altro.

La crescita di una città avviene grazie al confronto ed alla collaborazione e queste sono le intenzioni con cui mi rivolgo alla amministrazione Pedà a cui sono certa di essere legata per un unico fattore, il bene comune della nostra Gioia.

Dirigente provinciale del Partito Democratico Reggio Calabria

Pina Condò

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