Covid, Pregliasco: “In inverno ultima battaglia importante contro il virus, poi ci romperà le scatole molto meno”

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Covid, Pregliasco: “In inverno ultima battaglia importante contro il virus, poi ci romperà le scatole molto meno. Restrizioni? Potrebbero esserci delle soluzioni chirurgiche su territori particolarmente colpiti, tornando purtroppo a zone rosse limitate ai focolai. Green pass solo con tamponi molecolari”

 

“Non ci libereremo di questo virus a breve, ma io spero che quella di quest’inverno sarà l’ultima battaglia importante”. Lo ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario IRCCS Galeazzi di Milano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Rotocalco 264” condotta da Roberta Feliziani su Cusano Italia Tv (ch. 264 dtt).

“Nel futuro, con la stragrande maggioranza di persone vaccinata o immune dalla possibilità di infezione, il virus ci romperà le scatole molto meno. Potremo contare anche nell’approccio terapeutico che oggi vediamo in termini molto più efficaci con i nuovi antivirali che spero nel breve diventeranno di uso comune. Ovviamente è bene precisare che non sono farmaci sostitutivi del vaccino. Avremo diverse armi che potranno servire per dare una bastonata al virus anche dal punto di vista degli effetti più pesanti per i soggetti che in futuro si ammaleranno”.

 

Sulle possibili restrizioni in inverno. “Non voglio essere un menagramo, però dobbiamo pre-occuparci e attuare una serie di interventi per evitare un peggioramento e fare in modo che questo colpo di coda del virus non sia eccessivo. Potrebbero esserci delle soluzioni chirurgiche su territori particolarmente colpiti, tornando purtroppo a zone rosse, ma io spero limitate ai focolai. E’ importante vaccinarsi, rivaccinarsi dopo 6 mesi e poi continuare ad usare in questo periodo il nuovo galateo: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Credo che si arriverà ad un ritocco del green pass, accorciandone la validità nel tempo e magari lasciando solo il tampone molecolare come valido per ottenere il certificato verde. Sapevamo già che i tamponi antigenici hanno purtroppo una quota rilevante di falsi negativi”.

 

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