Un riconoscimento che valorizza territori, cuochi contadini ed eccellenze regionali, rafforzando la lotta al falso Made in Italy
I cuochi contadini, insieme agli agricoltori di tutta Italia, festeggiano l’iscrizione della cucina italiana tra i Patrimoni Immateriali dell’UNESCO, un riconoscimento che affonda le radici nella tradizione culinaria delle campagne e nella ricchezza dei mille piatti regionali. A darne notizia sono Coldiretti e Campagna Amica, che celebrano il via libera del Comitato riunito a Nuova Delhi con un video ufficiale diffuso sui canali istituzionali e affidato agli interpreti più autentici dell’identità gastronomica nazionale: i cuochi contadini impegnati nella preparazione di ricette che raccontano la storia agricola del Paese.
“Il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio Immateriale dell’Umanità valorizza il nostro Paese e premia il lavoro quotidiano delle aziende agricole calabresi”, dichiara Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria. Sottolinea inoltre come produzioni legate a varietà uniche e competenze tramandate nel tempo rappresentino una parte essenziale del patrimonio culturale tutelato dall’UNESCO. Un risultato che rafforza l’impegno nella difesa della distintività delle filiere, poiché “la forza della cucina italiana nasce dalla trasparenza, dalla qualità e dall’identità dei territori”. La Calabria, con la sua biodiversità e le sue eccellenze, continuerà a offrire un contributo determinante in questo percorso.
Secondo un’indagine Coldiretti/Censis, il 94% degli italiani considera questo riconoscimento una grande opportunità di sviluppo per l’economia e per l’immagine internazionale del Paese. L’iscrizione conferma e amplifica un valore già consolidato: la cucina italiana nel mondo muove oggi 251 miliardi di euro, con una crescita del +5% rispetto all’anno precedente. Stati Uniti e Cina rappresentano oltre il 65% dei consumi globali dei prodotti legati alla gastronomia tricolore.
Il riconoscimento UNESCO assume un significato cruciale anche nella lotta al fenomeno dell’italian sounding, ricordato da Coldiretti Calabria come una delle principali minacce alla tutela dell’autenticità. Oltre un italiano su due, secondo Ixè, si trova all’estero di fronte a pietanze e prodotti “taroccati”, preparati con ingredienti o metodi lontani dalla vera tradizione culinaria nazionale. L’UNESCO, dunque, diventa uno strumento culturale e identitario che rafforza la necessità di proteggere la qualità reale.
Per sostenere la candidatura e valorizzarne i risultati, Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica, insieme al Ministero degli Esteri, hanno promosso la nascita dell’Accademia della Cultura Enogastronomica Italiana. Un progetto che punta alla formazione dei giovani professionisti del settore, dalle scuole alberghiere alle università dedicate alle scienze gastronomiche, fino a ristoratori, acquirenti, chef, pizzaioli, giornalisti e influencer del cibo. Coinvolte anche le reti estere di rappresentanza e promozione dell’agroalimentare, con il supporto delle Ambasciate. Tra i partner figurano la World Farmers Markets Coalition, la Fondazione Evoschool e la piattaforma I Love Italian Food, che conta circa 25.000 contatti nel settore enogastronomico internazionale.
Il riconoscimento dell’UNESCO diventa così un punto di svolta per la cucina italiana e per le sue radici agricole: un patrimonio vivo, che unisce tradizione, biodiversità e sviluppo economico, rafforzando la centralità dei territori e delle comunità che quotidianamente lo custodiscono.































