Digiacco: porre un freno al potenziamento della Tendopoli di San Ferdinando

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Riceviamo e pubblichiamo

In merito all’uccisione nel vibonese del ragazzo del Mali ospite della Tendopoli di San Ferdinando e attivista sindacale, nello stigmatizzare il tragico evento convengo con il Ministro dell’ Interno, sen. Matteo Salvini, sul concetto che la violenza non è la risposta al fenomeno  ma non posso chiudere gli occhi di fronte alla gravissima situazione che continua a contrassegnare il destino della mia citta’ di San Ferdinando e dei territori limitrofi tra cui l’importantissima area Zes.

La permanenza degli ospiti di colore crea davvero forti disagi, dai furti di legname e laterizi nelle aziende agricole al fenomeno dilagante della prostituzione soprattutto minorile e non basta il forte impegno profuso dalle Forze dell’Ordine se ancora ci ritroviamo a parlare sempre dello stesso problema .

La situazione per loro è cambiata in meglio poichè non vengono più sfruttati ma puntualmente regolarizzati grazie alla legge contro il caporalato mentre la tendopoli legale assicura loro i servizi primari e aggiuntivi anche e soprattutto grazie all’ impegno del Prefetto di Reggio Calabria e del Sindaco di San Ferdinando.  Posso dunque,  affermare che oggi coloro che si vedono impoveriti e poco tutelati sono proprio i braccianti italiani del luogo.

Ciò detto, non credo, come riportato dai media, che il giovane sia stato ucciso per la sua attività sindacale profusa soltanto all’interno della tendopoli a fianco dei suoi connazionali, credo piuttosto che si possa trattare di fatti di violenza legati ad altre situazioni su cui è stata aperta un’ indagine da parte delle Forze dell’Ordine.

Ma la violenza genera violenza, per cui ritengo sia arrivato il momento di trovare una vera soluzione al problema attuando i rimpatri di coloro che non sono in possesso dei requisiti per soggiornare in Italia, il primo fra tutti quello di aver ottenuto un lavoro stabile che permetta di vivere nella legalità e di impiegare il proprio tempo in attività esigenti che tengano lontani da eventuali rischi e disavventure.

Tutto questo deve  andare anche e soprattutto  in direzione di una tutela maggiore e completa dei cittadini sanferdinandesi e dei dintorni.

Auspico, che venga fatta luce su questo grave episodio e che i colpevoli vengano consegnati alla Giustizia ma spero altresì che si ponga un freno al potenziamento della Tendopoli di San Ferdinando soprattutto per ciò che riguarda la parte illegale cioè quella che gli ospiti non vogliono abbandonare e che ha tutte le caratteristiche di un ghetto o addirittura di un lagher in cui nessun essere umano dovrebbe vivere. Questa speculazione fatta sulla pelle di povere persone inermi  che parte da lontano cioè dall’Africa fino ad arrivare in Europa passando per i porti della Sicilia e della Calabria e approdando nella mia città,  deve trovare la fine. Cosi il luogo dove sono nata e crescita, vivo e lavoro, faccio politica e sindacato, ritrovi la sua normalità e il diritto alle priorità dei suoi abitanti.

Maria Carmela Digiacco

Dirigente nazionale

Movimento Nazionale per la Sovranità

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