Enzo Infantino (Sinistra per Palmi): fallimentare la gestione dei rifiuti solidi urbani

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Riceviamo e pubblichiamo

Nei giorni scorsi sindaci provenienti da tutta la Calabria hanno inscenato al Consiglio Regionale una clamorosa protesta contro il decreto dirigenziale che aveva stabilito l’aumento della tariffa sui rifiuti per i comuni a partire dal 2014. I sindaci, che si sono presentati all’appuntamento con tanto di fascia tricolore, dopo un incontro con l’Assessore Regionale, Pugliano, hanno ottenuto il rinvio al 2015 l’effetto della tassazione. C’erano tutti i sindaci dei comuni più importanti a Palazzo Campanella. Assente all’appuntamento quello di Palmi che, ancora una volta, ha dimostrato di essere poco solidale nei confronti dei suoi colleghi. La mancata presenza del Sindaco palmese è apparsa ancora più grave anche con riferimento alle sue parole di fuoco pronunciate nei giorni scorsi con le quali annunciava “urbi et orbi” azioni clamorose qualora la regione non avesse assunto iniziative tese a risolvere il problema della raccolta dei rifiuti.  Indipendentemente da quelle che sono le responsabilità regionali, che sono abbastanza evidenti, nel merito quali sono quelle dell’ amministrazione comunale.

          Il bando cui fa capo l’attuale gestione prevedeva intanto un sistema di raccolta “porta a porta” spinto ovvero su tutti i rifiuti urbani ( differenziati e indifferenziati),  mentre a distanza di oltre 4 anni ci troviamo di fronte a un sistema “misto” in cui permane la classica raccolta stradale con i cassonetti per il rifiuto indifferenziato  e la raccolta porta a porta delle frazioni multi materiale, carta e vetro e per la frazione organica. Una cosa che non si vede in nessun paese della Piana e neanche d’Italia. In genere sono due modelli completamente incompatibili o comunque coesistenti su aree diverse del territorio comunale -Non si comprende perché non sia  stata estesa la raccolta porta a porta in forma “spinta” cioè su tutte le tipologie di rifiuto, incluso il rifiuto indifferenziato.

          La presenza dei cassonetti consente ancora fenomeni di abuso di conferimento e in assenza di un regolamento per l’assimilazione dei rifiuti speciali a quelli urbani  diventa impossibile anche elevare contravvenzioni.

          Il sistema di raccolta p.a.p. prevedeva anche un principio incentivante per l’utente: sulla base dei conferimenti effettuati nel corso dell’anno  e delle percentuali di raccolta differenziata raggiunta, attraverso il sistema di lettura con il codice a barre identificativo, a fine anno sarebbe stato fatto un conteggio e applicato uno sgravio proporzionale in bolletta. A quanto pare però per l’inerzia ( o incapacità?) degli uffici competenti e la disattenzione degli amministratori  non ha consentito in ben 4 anni  di produrre un elementare regolamento che gestisse tale progetto, che avrebbe avuto certamente un esito positivo sia per le tasche dei cittadini, sia per i vantaggi ambientali che si sarebbero avuto con la riduzione dei costi di smaltimento in impianto.  In tal senso sarebbe utile verificare se ci sono responsabilità anche sotto il profilo del danno economico da sottoporre alla Corte dei Conti.

          Vorremmo capire bene, e ce lo dovrebbero spiegare amministratori e uffici comunali competenti, come viene gestito il rapporto tra il Comune, il gestore e i Consorzi di Filiera, ovvero capire chi in questi anni ha gestito le Convenzioni con il Conai, incassando i contributi dovuti per la cessione dei materiali differenziati e capire, senza pregiudizio, se sono stati sufficienti o no a coprire i costi per la valorizzazione dei materiali.

          Nel 2012 il Comune di Palmi ( ultimi dati ufficiali disponibili di Arpacal) ha avuto una produzione 6.600.000 kg di rifiuti indifferenziati e di  2.800.000 kg di raccolta differenziata per una percentuale di rd% del 29% circa  mentre l’anno precedente 2011 (sempre Arpacal), pur avendo una produzione

          di rifiuti indifferenziati più alta pari a 7.600.000 di kg, aveva fatto registrare una raccolta differenziata di 3.800.000 kg pari al 32% di rd.

Aldilà della lettura dei dati che richiederebbe uno studio più approfondito, essendo il trend di produzione dei rifiuti in  calo ma anche la raccolta differenziata in calo (- 3  %) in un anno si può tranquillamente dire che il servizio sia stato un insuccesso, senza nemmeno aspettare i dati del 2013 o del 2014 che, visto lo stato del territorio palmese, non potrà dare certamente esiti più favorevoli in termini di performance ambientale e di costi.

Quello che è certo è che in conseguenza dell’ultima revisione delle tariffe di smaltimento da 91 a 148 euro/tonnellata annunciata dal prode Assessore Pugliano sotto la regia del Governatore Scopelliti, appoggiato politicamente da questa Amministrazione Comunale ( bisogna evidenziarlo), a “bocce ferme” il Comune di Palmi andrà ad avere un aumento di costi, solo per gli oneri di smaltimento di non meno di 400.000,00 euro all’anno. ( 7 milioni di kili  x (148-91)e/ton) , ovvero oltre 1.000.000,00 di euro all’anno per il solo costo di smaltimento , a cui dovrebbero andare a sommarsi i costi per i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti indifferenziati e differenziati.

           In questo disastroso panorama l’Amministrazione di Palmi, che pure vanta presenze significative  all’interno dell’Amministrazione Provinciale è riuscita a promuovere un unico elemento di novità dal punto di vista ambientale: l’idea, presto stroncata per impraticabilità normativa, oltre che dal solo buon senso dell’uomo comune, di destinare le vasche di Suriano  come “contenitori “ di rifiuti durante la fase emergenziale.

 Per il resto nulla: Palmi non risulta nemmeno tra i comuni ad avere richiesto il finanziamento di Isole ecologiche o centri di raccolta comunale, ( ce l’hanno già in uso Polistena, Cittanova, Rosarno , Taurianova) mentre  perfino Maropati, Molochio , Delianuova  e Locri ( 110 mila euro)  sono stati recentemente finanziati per costruire queste opere infrastrutturali essenziali per una gestione ottimale dei rifiuti urbani , mentre il Comune di Palmi continua a sostenere costi  per i servizi di stoccaggio  presso piattaforme private.

Per la prima cittadina della provincia reggina è davvero umiliante  dover guardare come modello da  emulare per la gestione dei rifiuti  agli altri comuni del circondario, da Gioia Tauro a Cittanova, passando per Polistena e Rosarno, spesso con gestioni in economia e perciò  direttamente controllate dal Comune. Ma è una innegabile verità che l’unico centro della Piana che presenti una situazione di degrado assoluto con cassonetti sempre trabordanti, nauseabondi e mai sostituiti nel corso degli anni è il Comune di Palmi e che la situazione è estremamente peggiorata sotto la guida amministrativa attuale.

Certamente vi sono responsabilità condivise con le giunte  regionali di centro destra che in questi anni hanno dettato la rotta delle politiche ambientali, anche attraverso una copertura comunque politica del Commissario per l’Emergenza Ambientale, che ha favorito in questi anni la lobby degli smaltimenti a discapito della progettazione e  della  realizzazione di impianti pubblici destinati al recupero dei rifiuti differenziati, che avrebbero da un lato mitigato i prezzi dei concorrenti privati che continuano ad agire in monopolio esclusivo o comunque in cartello, e  dall’altro avrebbero consentito un controllo diretto delle amministrazioni pubbliche sull’impiantistica di un settore cosi delicato.

Ricordiamo però che non può valere nemmeno la scusa di aver avuto amministrazioni regionali di colore diverso da quelle che ha avuto Palmi negli ultimi anni: semmai ciò costituisce una pesantissima aggravante dal momento che anche a Palmi in questi anni, ha governato in modo disastroso, il centro destra.

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