Fabiana, la bimba nata in spiaggia: ora una nuova famiglia la attende

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Bambino neonato in culla

La neonata nata in spiaggia a Marina di Caulonia e non riconosciuta dalla madre è ora in salute, sarà affidata a una nuova famiglia dopo le cure a Locri

Sta bene, mangia e dorme regolarmente ed è seguita con professionalità e umanità dai medici e dal personale del reparto di Pediatria dell’ospedale di Locri la piccola Fabiana, la neonata che la sua giovane mamma, una turista piemontese di circa 30 anni in vacanza nella Locride, ha deciso di abbandonare dopo il ricovero.

Una scelta che ha fatto scalpore, quasi quanto la particolare modalità del parto, avvenuto in perfetta solitudine sulla spiaggia di Marina di Caulonia.
La legge concede alcuni giorni alla madre per un eventuale ripensamento, ma il termine è già scaduto. La bambina sarà dunque affidata, su disposizione dell’autorità giudiziaria e con la supervisione dei servizi sociali, a una famiglia pronta ad accoglierla.

Nel frattempo, l’ufficio anagrafe del Comune di Caulonia, alla presenza del sindaco Franco Cagliuso, che ha fatto visita alla piccola in ospedale, le ha dato ufficialmente il nome Fabiana, lo stesso della dottoressa che per prima l’ha curata al suo arrivo a Locri.

La nascita in riva al mare

All’una del 7 agosto, la donna, al nono mese di gravidanza, è entrata in acqua e ne è uscita con la bambina tra le braccia. A pochi metri, due ragazze e due ragazzi hanno assistito increduli alla scena. La neonata era avvolta in una felpa, il cordone ombelicale reciso con una targhetta di metallo. Per alcuni minuti la giovane madre ha affidato la piccola a Maria Vittoria Raso, 20 anni, che si trovava lì con gli amici.

«Avevamo intravisto una figura femminile con una lunga maglietta e i capelli neri entrare in acqua. Poi l’abbiamo vista sulla riva con quella neonata. Ci siamo alzati di scatto e le siamo andati incontro. Le ho chiesto che età avesse la piccola e lei mi ha risposto: “L’ho partorita adesso”. Mi sono messa a piangere, guardavo quella neonata ancora con gli occhi chiusi, ricoperta da una sostanza bianca mista a sangue, muoveva una mano, emetteva i primi vagiti», ha raccontato Raso a Repubblica.

La donna ha spiegato ai giovani che nessuno, neppure i suoi familiari, sapeva della gravidanza. Ha esitato quando i ragazzi le hanno detto che avrebbero chiamato il 112, ma – come racconta Raso – non per nuocere alla bambina, bensì perché confusa. «Ci ha detto che era già in contatto con un ospedale della sua città per affidarla, ma il parto è stato prematuro. Non avrebbe mai fatto del male alla figlia, ci ha spiegato che non poteva crescerla».

I soccorsi e la tutela

Sul posto sono poi arrivati i Carabinieri e un’ambulanza. La donna è stata assistita e monitorata per 24 ore all’ospedale di Locri, dove è stato attivato il protocollo Mamma, che garantisce anonimato e tutela alle madri che decidono di non riconoscere i propri figli.

Grazie alle cure ricevute, la piccola Fabiana è in buone condizioni di salute e sarà accolta da una nuova famiglia pronta a donarle amore e stabilità.

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