Gioia Tauro, domiciliari per Placido Ventre e Carmine Musumeci

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La Corte di Appello di Catania ha concesso gli arresti domiciliari al gioiese Placido VENTRE ed al palmese Carmine MUSUMECI, entrambi autotrasportatori, rispettivamente di 53 e 31 anni.

Entrambi rispondevano in concorso per la detenzione e lo spaccio dell’ingente quantità di otto Kg di cocaina.

VENTRE (difeso dagli avv. Girolamo LA ROSA del Foro di Palmi e Vincenzo MELLIA del Foro di Catania) e MUSUMECI (difeso dagli avv. Vladimir SOLANO del Foro di Palmi e Vincenzo MELLIA), erano stati tratti in arresto unitamente ad altre quattro persone (CARERI Giuseppe, originario di Gioia Tauro, SAGONE Giacomo, NOCITA Antonio e RAPISARDA Antonio Fabio, tutti di Catania) erano stati tratti in arresto nella notte tra il 4 ed il 5 Luglio 2016 nei pressi del casello autostradale di San Gregorio di Catania mente si trovavano a bordo di un autoarticolato.

Poco prima, infatti, agenti in servizio presso la Questura di Catania, allertati da fonte confidenziale, avevano avuto modo di tenere sotto controllo dei movimenti sospetti nei pressi del Centro Commerciale “Centro Sicilia” di Catania.

Tra i mezzi sospetti vi era l’autoarticolato con a bordo VENTRE e MUSUMECI, nonché altre due autovetture con a bordo altri quattro uomini.

Dopo essersi fermati qualche istante in una stradina interpoderale, alcuni degli occupanti i mezzi erano scesi e risaliti sui rispettivi mezzi.

L’autoarticolato ripartiva verso l’autostrada in direzione Messina, le due autovetture in direzione del centro abitato di Catania.

Queste ultime venivano intercettate e dopo un movimentato inseguimento (con una delle auto che investiva un agente) venivano fermati ed identificati.

A poca distanza dal luogo veniva rinvenuto un sacchetto (che qualcuno aveva lanciato durante l’inseguimento dal finestrino di una delle auto) contenente sostanza che, all’esito risultava essere cocaina con alta percentuale di purezza, per un totale di circa otto Kg.

Nel frattempo anche l’autoarticolato con i due calabresi veniva fermato e tutti venivano dichiarati in arresto.

In primo grado il GUP di Catania, all’esito del Giudizio Abbreviato, aveva emesso condanno tra gli otto anni e sei mesi ed i nove anni e dieci mesi.

In particolare, a VENTRE erano stati inflitti nove anni e sei mesi, a MUSUMECI otto anni e sei mesi.

Avverso tale sentenza veniva proposto rituale appello, all’esito del quale il VENTRE vedeva ridotta la pena ad anni sei di reclusione, mentre il MUSUMECI ad anni cinque e mesi otto di reclusione.

I legali proponevano istanza di sostituzione misura, ritenendo affievolite le esigenze cautelari.

I Giudici della Corte di Appello, accogliendo le argomentazioni difensive, concedevano gli arresti domiciliari.

In tal modo VENTRE poteva lasciare il carcere di Catania e MUSUMECI quello di Caltagirone per fare ritorno presso le rispettive abitazioni.

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