La storia di Alessandro Venier ucciso e smembrato dalla madre e dalla fidanzata

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Gemona del Friuli (Udine) – Un delitto premeditato e agghiacciante quello emerso nelle scorse settimane, con l’epilogo nella notte tra il 25 e il 26 luglio.
Alessandro Venier, 36 anni, è stato ucciso dalla madre Lorena Venier (61 anni, infermiera) e dalla compagna Mailyn Castro Monsalvo (30 anni, di origine colombiana), che poi ne hanno smembrato il corpo e nascosto i resti in un bidone nell’autorimessa, coperti con calce acquistata su Amazon.

Il movente e la paura
Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore di Udine, Giorgio Milillo, l’omicidio era pianificato da settimane. Alessandro stava per partire definitivamente per la Colombia, dove voleva trasferirsi con Mailyn e la figlia di sei mesi. Ma su di lui pendeva una condanna per lesioni personali gravi, che una volta definitiva gli avrebbe impedito di lasciare l’Italia.
Mailyn e Lorena temevano che all’estero l’uomo potesse continuare le violenze domestiche — percosse quotidiane sulla compagna, mai però davanti alla neonata — e che per la donna non ci sarebbe stata via di scampo.

Il piano
Mailyn avrebbe detto alla suocera: «Dobbiamo ucciderlo prima». Lorena si è occupata dell’organizzazione, pensando di giustificare la scomparsa del figlio con il viaggio annunciato in Sud America.
La sera del 25 luglio, dopo un litigio per la cena non pronta e un’aggressione anche alla madre, le due donne hanno messo in atto il piano:
Narcotizzazione con un farmaco nella limonata.
Iniezione di insulina per ridurre la possibilità di risveglio.
Tentativo di soffocamento fallito.
Uccisione con i lacci delle scarpe da parte di Mailyn.

Lo smembramento
Lorena ha poi dichiarato: «L’ho sezionato da sola». Utilizzando un seghetto e un lenzuolo per contenere il sangue, ha diviso il corpo in tre parti senza lasciare tracce evidenti in casa.

Conseguenze
Il Gip ha convalidato l’arresto:
Lorena Venier è in custodia cautelare in carcere.
Mailyn Castro Monsalvo si trova all’ICAM di Venezia, struttura a custodia attenuata per madri.

La bambina è stata affidata temporaneamente ai servizi sociali, ma i familiari materni in Colombia si sono resi disponibili ad accoglierla.
L’inchiesta ha sconvolto la comunità di Gemona, lasciando sgomento per la brutalità e la freddezza con cui il delitto è stato preparato ed eseguito.

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