Neonati sepolti, i periti: “Erano vivi alla nascita”. Chiara Petrolini era lucida e capace di intendere

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Le analisi sui resti dei due bambini sepolti a Traversetolo indicano che entrambi hanno respirato dopo il parto. Gli esperti: una morte endouterina sarebbe stata “altamente improbabile”. Lo psichiatra: “Chiara era capace di intendere e di volere”

Dai resti scheletrici dei due neonati sepolti a Traversetolo, nel Parmense, non sarà mai possibile stabilire con assoluta certezza la causa del decesso. Ma secondo la medico legale Valentina Bugelli, consulente tecnico della Procura di Parma, è “improbabile che il primo dei due figli di Chiara Petrolini fosse nato morto”. Il feto, ha spiegato, era infatti a termine, circa alla 40ª settimana di gestazione, e in queste condizioni una morte endouterina ha una probabilità “di una su un milione”.

Le prove docimastiche – tra cui il test dei polmoni, risultati di colore roseo, e la prova di galleggiamento in acqua – sono risultate positive, indicando che il neonato era vivo al momento del parto.

“Il neonato respirò, e più di una volta”

Parlando del secondo bambino, il primo ad essere ritrovato nell’agosto 2024, la dottoressa Bugelli ha chiarito che “l’atto respiratorio l’ha compiuto, e più di uno”. Secondo l’esperta, il neonato sarebbe rimasto in vita per 4-7 minuti dopo il parto, probabilmente morendo per shock emorragico acuto a seguito del taglio del cordone ombelicale con un oggetto tagliente.

“Di solito, il primo atto respiratorio coincide con il vagito. A volte il bambino respira ma non piange. In questo caso il piccolo ha respirato, e più di una volta”, ha spiegato Bugelli.

Nessun disturbo psichiatrico accertato

Nel corso dell’udienza, è stato ascoltato anche lo psichiatra forense Mario Amore, consulente della Procura, che ha escluso la presenza di malattie mentali o disturbi di personalità in Chiara Petrolini, 22 anni.

“Chiara non ha un disturbo psichiatrico chiaramente documentabile, né patologie mentali definite”, ha affermato Amore, sottolineando che la giovane “aveva piena capacità di intendere e di volere” al momento dei fatti, oltre a una “buona capacità di stare in giudizio”.

“All’esterno un modellino, dentro priva di emozioni”

Lo psichiatra ha tracciato un profilo psicologico complesso della giovane: “Vista dall’esterno, Chiara è un modellino: una baby sitter perfetta, una catechista, una ragazza formalmente ineccepibile”. Tuttavia, dietro l’apparenza si celerebbe un mondo interiore “povero e privo di emozioni”.

“In lei non c’è nulla di vivo. Le uniche cose ‘vive’ sono il rapporto con la nonna e le gravidanze, momenti in cui il suo mondo è cambiato”, ha aggiunto Amore.

Il consulente ha anche descritto i rapporti familiari della 22enne come apparentemente normali:

“Abbiamo conosciuto i genitori e non abbiamo riscontrato elementi disfunzionali. È una famiglia normale, con papà e mamma molto impegnati nel lavoro. Chiara è stata una bambina voluta, così come il fratellino”.

Lo psichiatra ha infine parlato di una personalità “iperadattata al mondo esterno”, capace di mostrarsi perfettamente conforme alle aspettative sociali, ma al prezzo di una “povertà sul piano emotivo” e di un distacco affettivo profondo.

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