Errore medico: bambino operato per un tumore inesistente. Ospedale condannato a risarcire 3,7 milioni di euro
Una vicenda drammatica e lunga dodici anni si è conclusa con una sentenza di condanna per l’ospedale Meyer di Firenze, riconosciuto responsabile di un grave errore diagnostico e chirurgico che ha cambiato per sempre la vita di un bambino.
Il piccolo, di appena quattro anni, era stato sottoposto nel 2012 e nel 2013 a due interventi al cervello per quella che i medici ritenevano una rara forma tumorale. Solo in seguito si è scoperto che il tumore non esisteva: il bambino soffriva in realtà di una encefalite erpetica, un’infiammazione cerebrale curabile con farmaci antivirali.
A seguito dei due interventi, il minore ha riportato danni neurologici gravissimi: oggi, a 16 anni, vive in stato vegetativo con tetraparesi spastica e un’aspettativa di vita stimata tra i 35 e i 40 anni.
Il Tribunale di Firenze, al termine del processo avviato dai genitori del ragazzo, ha stabilito un risarcimento complessivo di circa 3,7 milioni di euro a carico dell’azienda ospedaliera, riconoscendo che un trattamento corretto avrebbe potuto garantire al bambino una vita quasi normale.
Dalle perizie medico-legali è emerso che la scelta di procedere con una lobectomia temporale — la rimozione parziale del lobo temporale — fosse del tutto ingiustificata e contraria alle evidenze cliniche. I giudici hanno inoltre rilevato una grave carenza di informazione nei confronti dei genitori, che non furono messi nelle condizioni di comprendere i rischi reali dell’intervento e le alternative terapeutiche disponibili.
La decisione del tribunale, riportata dal Corriere della Sera, ha suscitato ampio dibattito sia nel mondo sanitario che in quello giuridico, riaccendendo la riflessione sulla responsabilità medica, sull’importanza della diagnosi corretta e sulla necessità di una comunicazione trasparente e consapevole tra medici e famigli