“Senza nessuno scontro tra poteri dello Stato, daremo tutte le informazioni che ci vengono richieste. Ci sto lavorando da tre anni, continuerò per altri tre anni e due mesi, poi gli ingegneri mi dicono che con sette anni l’Italia avrà un’opera unica al mondo e quindi va bene così”.
Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, al termine della riunione a Palazzo Chigi dedicata al Ponte sullo Stretto di Messina, dopo la decisione della Corte dei Conti di negare il visto di legittimità alla delibera Cipess di agosto.
Il Governo attende le motivazioni della Corte dei Conti
Da Palazzo Chigi è stato reso noto che l’incontro, al quale hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, è servito per un primo confronto tecnico-politico sul dossier.
«Si è convenuto di attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti – si legge nella nota di Palazzo Chigi –. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. Rimane fermo l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera».
Salvini: «Rispetteremo tempi e regole»
Il ministro Salvini ha ribadito la volontà del Governo di «rispettare tutte le prescrizioni e riflessioni», sottolineando che «è un secolo che si parla del Ponte, e per me il tempo è denaro».
Ciucci: «Stop lunghi metterebbero a rischio i rapporti con le imprese»
A margine della riunione, l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha evidenziato che l’attuale struttura organizzativa «è snella, con circa cento persone, quindi non si tratta di costi esorbitanti».
«Uno o due mesi di stop rientrano nei tempi di procedura – ha spiegato Ciucci – ma blocchi più lunghi potrebbero creare difficoltà nei rapporti con l’impresa, richiedendo una revisione dei costi, poiché il corrispettivo è aggiornato al 2023 e slittamenti al 2026 potrebbero modificarne i valori».
Ciucci ha inoltre chiarito che «i rapporti con l’Europa sono in corso da almeno due anni», con interlocuzioni costanti sulle tematiche ambientali e sulla corretta applicazione delle direttive comunitarie. «Quando conosceremo le motivazioni della Corte – ha concluso – saremo pronti a fornire tutte le documentazioni aggiuntive necessarie per superare l’impasse»





























