Due uomini sono stati sottoposti a misura cautelare per atti persecutori, e uno anche per maltrattamenti in famiglia, dai carabinieri della Stazione di Corigliano Calabro, inquadrata nel Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il coordinamento dalla Procura di Castrovillari diretta da Alessandro D’Alessio.
Le vicende sono diverse ma accumunate dall’uso della violenza e della prevaricazione nei confronti di persone fragili.
La prima nasce in un contesto familiare, dove una donna, secondo l’accusa per anni è stata costretta a subire pesanti maltrattamenti fisici e psicologici da parte del marito.
Da quanto emerso, la donna non poteva uscire da sola, non poteva frequentare nessuno e, addirittura, non poteva neanche affacciarsi dal balcone. Nonostante le restrizioni, le offese e i pretesti i litigi erano all’ordine del giorno e, talvolta, avvenivano anche di fronte ai figli minorenni.
La donna, hanno ricostruito i carabinieri, era arrivata a evitare anche di accompagnare i ragazzi dai medici per evitare che il marito la potesse accusare di utilizzare quelle circostanze per evadere dalla propria condizione di sofferenza.
Maltrattamenti che si sono trasformati in atti persecutori quando la donna ha deciso che non poteva più sopportare le continue vessazioni. Il marito, non accettando la decisione della donna di separarsi, avrebbe iniziato a perseguitarla con messaggi.
A carico dell’uomo il Gip ha emesso il divieto di avvicinamento alle parti lese con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Per un secondo episodio di atti persecutori è stata invece emessa una misura cautelare agli arresti domiciliari. In questo caso a degenerare sono stati dei rapporti di vicinato caratterizzati da iniziative di carattere violento che hanno indotto la parte lesa a denunciare.