Emergenze, interventi chirurgici e oncologici: tempi di attesa ancora troppo lunghi in molte regioni
L’ultimo report di Agenas sulle performance del sistema sanitario italiano mette in luce profonde disparità tra le aziende sanitarie, sia nei tempi di risposta alle emergenze sia nelle prestazioni programmate, chirurgiche e oncologiche.
In Calabria, ad esempio, il quadro delle emergenze è particolarmente critico. L’ASL di Vibo Valentia registra un’attesa media per le ambulanze attivate in codice rosso superiore a 35 minuti, il peggior dato nazionale, mentre la media regionale si aggira intorno ai 30 minuti. Per fare un confronto, alcune province registrano tempi più rapidi, ma comunque superiori al target nazionale di 18 minuti. Al contrario, le performance migliori si osservano in Friuli Venezia Giulia, con l’ASL di Giuliano Isontina che raggiunge una media di 12 minuti, seguita da altre province del Nord che riescono a garantire risposte in tempi sensibilmente più brevi.
Per quanto riguarda gli interventi oncologici, il report prende come riferimento il tumore alla mammella, con un tempo massimo prefissato di 30 giorni per completare l’operazione. Alcune strutture, come quelle di Pisa, Modena, Verona, Siena, Padova e diverse altre città italiane, rispettano pienamente questo standard, mentre altre registrano percentuali molto basse, con Cagliari, Perugia e Ancona tra le peggiori. Situazione simile si riscontra per le operazioni chirurgiche programmabili, dove la maggior parte delle aziende sanitarie riesce a rispettare le tempistiche, ma alcune strutture del Sud e del Centro mostrano performance decisamente insufficienti.
Il report mette in evidenza anche le criticità dei pronto soccorso. In molte strutture italiane, una percentuale significativa di pazienti è costretta ad attendere oltre otto ore prima di essere visitata. Questa situazione ha effetti concreti: molti pazienti, scoraggiati dall’attesa, decidono di abbandonare il pronto soccorso prima di ricevere assistenza. Alcune strutture, come il San Carlo di Potenza o gli ospedali di Padova e Santa Maria di Trapani, riescono a contenere i tempi di attesa e i tassi di abbandono, mentre in altre città del Sud, come Palermo, Napoli e Roma, le percentuali di attesa e di abbandono raggiungono livelli allarmanti.
In sintesi, il report Agenas fotografa un sistema sanitario nazionale a due velocità: da una parte strutture eccellenti capaci di rispettare gli standard di qualità e di tempo, dall’altra aziende sanitarie che ancora non riescono a garantire un’assistenza rapida ed efficace. Le criticità maggiori riguardano il Sud e alcune aree centrali del Paese, dove ritardi nelle emergenze e nelle prestazioni programmate continuano a penalizzare i pazienti, rendendo necessario un intervento mirato in termini di personale, infrastrutture e organizzazione del sistema sanitario.






























