La 29enne modella e imprenditrice di Bergamo è stata assassinata a Milano dopo aver deciso di chiudere una relazione segnata da violenza e paura

Una tragedia annunciata. Pamela Genini, 29 anni, modella e imprenditrice originaria di Bergamo, è stata uccisa con almeno 24 coltellate nella serata di martedì, nel suo appartamento alla periferia di Milano. L’autore del femminicidio è il suo ex compagno, Gianluca Soncin, di 52 anni, biellese di origine, già noto alle forze dell’ordine per truffe e aggressioni.

Solo poche ore prima la giovane aveva deciso di porre fine alla loro relazione, iniziata nel marzo 2024 e segnata fin da subito da violenze fisiche e psicologicheminacce di morte e atti di persecuzione. «Se lo lascio, mi uccide», aveva confidato a un amico. E così è stato.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, Soncin ha fatto irruzione in casa utilizzando una copia delle chiavi che aveva duplicato di nascosto. Pamela, in quel momento, era al telefono con l’ex fidanzato, a cui aveva confidato le sue paure. Le sue ultime parole sono state: «Aiuto, aiuto, aiuto».

Pochi istanti dopo, la giovane ha inviato un messaggio disperato: «Teso ho paura, ha fatto doppione delle mie chiavi, è entrato, non so che fare, chiama la polizia». Quando gli agenti sono arrivati, Pamela era gravemente ferita ma ancora viva. Ha tentato di chiedere aiuto fingendo una consegna a domicilio, ma poco dopo è collassata ed è morta tra le braccia dei soccorritori.

L’uomo, dopo averla colpita con un coltello a serramanico, ha tentato di inscenare un suicidio, infliggendosi delle ferite superficiali. È stato ricoverato all’ospedale Niguarda e poi trasferito nel carcere di San Vittore, con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi, dalla relazione sentimentale, dalla crudeltà e dallo stalking.

L’indagine è coordinata dalla pm Alessia Menegazzo e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, che hanno raccolto numerose testimonianze di amici e vicini di casa. Tutti concordano nel descrivere un quadro di violenze crescenti, un legame dominato da controllo, paura e isolamento.

Nelle ultime settimane Pamela aveva trovato il coraggio di dire basta, confidando a un amico: «Mi sento sola, ma sono felice di aver chiuso». Quella scelta, però, le è costata la vita.

Domani Soncin comparirà davanti al giudice Tommaso Perna per la convalida del fermo e la richiesta di custodia cautelare in carcere.

Articolo precedente Pallanuoto – Smile Cosenza pronta alla grande sfida contro Rapallo
Articolo successivoSi chiude a Crotone il progetto Mirabilia in Calabria, il presidente Falbo: «Vetrina d’eccezione per le imprese locali»