È tornata a parlare Tatiana Tramacere, la studentessa di 27 anni scomparsa il 24 novembrea Nardò e ritrovata viva dopo 11 giorni. La ragazza era nascosta nella mansarda di un amico, Dragos Ioan Gheormescu, che l’ha ospitata durante il periodo della fuga.
La decisione di sparire e le polemiche
Tatiana ha raccontato di essersi allontanata volontariamente da casa, una scelta che ha generato preoccupazione e ansia non solo nella sua famiglia ma anche nella comunità di Nardò e in tutta Italia. La studentessa ha ammesso di essersi lasciata travolgere da emozioni intense e da un momento di fragilità, sottolineando di non aver agito con lucidità.
“So che il mio comportamento ha generato preoccupazione, confusione e paura e mi dispiace profondamente”, ha dichiarato. “La mia scomparsa non è stata una bravata né un gesto per attirare l’attenzione. È stata una battaglia interiore che porto avanti da quasi due anni. Una guerra silenziosa contro qualcosa che mi supera e che non ho ancora imparato a gestire senza tremare”.
Reazioni social e gestione della privacy
Dopo il ritrovamento, Tatiana ha cercato di difendersi dalle critiche sui social, chiudendo i suoi profili. Il suo account Instagram principale e quello secondario, utilizzato con il nickname “cacciatrice di emozioni”, sono stati completamente cancellati. Su Facebook, dove contava circa 9mila follower, alcuni commenti critici ai post pubblicati mesi fa continuano a comparire, evidenziando le polemiche scatenate dal suo allontanamento.
Nessuna denuncia nei confronti dell’amico
Come confermato dal legale della famiglia, non ci sarà alcuna denuncia nei confronti del 30enne che l’ha ospitata. La Procura di Lecce sta comunque verificando la versione dei fatti, che sembrerebbe concordare con l’ipotesi dell’allontanamento volontario. Al momento, resta sequestrato il cellulare dell’uomo per ulteriori accertamenti.
Una storia di fragilità e consapevolezza
Il ritorno di Tatiana a casa segna la fine di giorni di apprensione e di mistero, ma la ragazza sottolinea che la sua decisione nasce da un lungo percorso di difficoltà emotive e fragilità interiore. La sua testimonianza rappresenta il primo passo verso la spiegazione del gesto e verso il dialogo con chi l’ha attesa e cercata nei giorni più difficili.
























