Il Comitato Magna Graecia denuncia l’abbandono delle aree interne e chiede azioni concrete per fermare lo spopolamento e rilanciare i territori del Mezzogiorno.
In Calabria la questione delle aree interne torna al centro del dibattito politico e sociale. A riportarla con forza è il Comitato Magna Graecia, attraverso un intervento firmato da Sandro Fullone e Domenico Mazza, che denunciano l’abbandono istituzionale e il progressivo declino dei piccoli centri.
Il quadro tracciato è allarmante: molti Comuni rischiano di scomparire nel giro di 15-20 anni, schiacciati dallo spopolamento e dalla denatalità. Nel solo 2024, infatti, le nascite si sono fermate a quota 370mila, il minimo storico mai registrato. Una tendenza che, secondo il Comitato, condanna l’Italia a un lento processo di implosione sociale ed economica.
Fullone e Mazza sottolineano come le istituzioni, insieme ai cosiddetti soggetti intermedi, si siano progressivamente disimpegnati da una questione che riguarda milioni di cittadini. Persino la Conferenza Episcopale Italiana, ricordano, ha sollecitato Governo e Parlamento a invertire la rotta. Alla vigilia del rinnovo dell’amministrazione regionale, il tema delle aree interne si intreccia inevitabilmente con le scelte di governance che saranno adottate nei prossimi anni.
Il nuovo PSNAI, il Piano strategico nazionale aree interne, viene definito senza mezzi termini un “necrologio di Stato” per i centri disagiati. Secondo il Comitato, il documento ministeriale abbandona di fatto oltre la metà delle circa ottomila comunità locali italiane, sancendo la rinuncia ufficiale a contrastare lo spopolamento. Una condizione che rischia di travolgere soprattutto il Mezzogiorno, dove vive oltre il 60% dei 13 milioni di italiani coinvolti.
La denuncia riguarda anche la fine delle politiche di investimento e sviluppo. Il nuovo approccio, spiegano, prevede solo l’erogazione di servizi essenziali e forme di assistenza, senza alcuna prospettiva di rilancio. Un destino che riguarda da vicino anche l’Arco Jonico, tra Sibaritide e Crotonese, con le sue 30 realtà urbano–rurali destinate a una decrescita programmata.
Per Fullone e Mazza, l’unica via è una mobilitazione corale. I sindaci, non solo quelli delle comunità direttamente coinvolte, ma anche quelli dei centri più grandi come Trebisacce, Corigliano-Rossano, Mirto, Cariati, Cirò Marina e Crotone, sono chiamati a difendere il futuro delle aree interne, da cui dipendono anche le loro economie locali.
Il Comitato Magna Graecia indica possibili soluzioni: energie rinnovabili, difesa idrogeologica, agricoltura sostenibile e turismo lento come settori strategici su cui investire. Per farlo, però, servono capitali, infrastrutture e una visione politica che superi logiche assistenzialistiche e burocrazia soffocante. “Non serve compassione. Sono necessarie giustizia e visione”, ribadiscono Fullone e Mazza, chiedendo un impegno congiunto delle istituzioni e una rinnovata coesione sociale.