Tridico: “In Calabria un Green Team per 10mila under 40. E con i soldi del ponte possiamo fare 30 ospedali”

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Pasquale Tridico

L’ex presidente Inps lancia la proposta: «Un piano-occupazione in 100 giorni, al centro tutela dell’ambiente e innovazione. Sanità? Occhiuto l’ha peggiorata»

La Calabria è in fondo alle classifiche europee per numero di occupati. I giovani la lasciano, come 80 anni fa, e chi resta spesso fa i conti con precariato o caporalato. Cosa pensa di fare a riguardo, se diverrà governatore? “La Calabria è la Regione più povera d’Europa e noi abbiamo il dovere di invertire rotta. Nei primi 100 giorni presenterò un grande piano occupazione per assumere con contratti stabili 10mila giovani under 40. Li chiameremo operatori per la cultura e per l’ambiente, il Green Team della Calabria, e saranno le nostre sentinelle sul territorio per tutelare l’ambiente e rilanciare la cultura. Affideremo loro tre compiti: custodire le foreste e prevenire incendi e dissesto idrogeologico, curare la manutenzione nelle spiagge libere, rilanciare i musei e le attività culturali. Infine, promuoveremo la nascita di 4 poli tecnologici – a Corigliano-Rossano, a Crotone, a  Vibo Valentia e a Reggio Calabria – dove assumeremo 1.000 giovani laureati e specializzati che faranno ricerca e promuoveranno competenze utili al nostro tessuto produttivo,  che spesso lamenta mancanza di manodopera specializzata. Per questi due progetti investiremo 330 milioni di euro. La Calabria non può più essere solo terra di partenze: deve diventare terra di innovazione”.

Ha detto che la sanità calabrese è al collasso. Lo si diceva già 20/30 anni fa. Molti cittadini sono costretti a fare centinaia di km per curarsi o anche solo per un esame strumentale. Ha idee concrete per uscire da questo pantano? “Da quando governa Occhiuto la spesa della migrazione sanitaria verso le regioni del centro-nord è aumentata di 63 milioni. Con l’autonomia differenziata andrà ancora peggio. Ecco perché serve un governo regionale che cambi tutto. Bisogna investire nella sanità pubblica e riaprire gli ambulatori e le guardie mediche nelle aree interne. Entro sei mesi metteremo fine alla gestione commissariale e coinvolgeremo le ASP e i territori in una cabina di regia. Infine, vogliamo mettere fine al deprecabile fenomeno della pervasiva presenza della politica nella sanità e mettere una fine alle lunghe liste d’attesa”.

Il Governo preme per il Ponte sullo Stretto in una Regione che ancora si muove a passo di lumaca. Se vincerà, si opporrà e come al Ponte? “Chiederemo all’Ue di sospendere l’iter autorizzativo per palese contrasto con la Direttiva Habitat e faremo ricorso al TAR vista l’assenza di una Valutazione Ambientale Strategica. Con i soldi del ponte potremmo costruire in Calabria 30 ospedali pubblici”.

Quanto continua a pesare la pervasività della ‘ndrangheta sul mancato sviluppo di questa terra? 
“La ‘ndrangheta è come un cancro silenzioso che piano piano sta uccidendo i nostri territori. Se oggi mancano le opportunità di sviluppo è anche a causa dei tentacoli della criminalità organizzata sull’economia legale. Istituiremo una Autorità regionale per la Trasparenza e la Legalità dotata di poteri ispettivi. Le nomine devono essere trasparenti e per merito così da prevenire le infiltrazioni dei colletti bianchi”. 

L’idea di un Reddito di cittadinanza regionale ha fatto discutere. La conferma? Sarebbe la copia di quello varato dal governo Conte?
“Sarà ovviamente una misura diversa perché nel frattempo sono cambiate le politiche nazionali. Il nostro reddito di dignità andrà a chi non riceve quello di inclusione e ai lavoratori che vivono sotto la soglia di povertà. Lo vogliamo collegare alle politiche attive e ai progetti di autoimprenditorialità così da rilanciare l’economia locale”. 

Non è un messaggio sbagliato – e soprattutto non nello spirito M5s – quello degli eurodeputati che dopo un anno si candidano per altro?
“Non c’è nessuna contraddizione. Da Presidente di Regione il mio impegno sarà in continuità con quello iniziato a Bruxelles: per la giustizia sociale, il lavoro stabile e ben retribuito, per la sanità pubblica e la lotta contro lo scippo dei fondi di coesione per il riarmo”. 

Se perde resta consigliere regionale?
“Non perderò e sa cosa le dico? Vinceremo proprio grazie a chi in passato si asteneva. I calabresi hanno capito che questa è l’ultima chiamata per far rinascere la propria terra”. 

Pensa che una sua eventuale sconfitta possa mettere in discussione il campo largo?
“Le formule politiche allontanano i cittadini. Se con tutte le opposizioni continueremo a lavorare, così come stiamo facendo in Calabria, per risolvere i problemi dei cittadini io penso che sarà molto più facile trovare una sintesi anche per costruire l’alternativa al governo del Paese. La stragrande maggioranza degli italiani ha capito il bluff della Meloni e vuole un cambiamento”.

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