La donna che ha simulato una gravidanza si è sottoposta a perizia psichiatrica, la famiglia della piccola si è costituita parte civile
Rosa Vespa, la 51enne che la sera del 21 gennaio scorso ha rapito una neonata di appena un giorno da una clinica privata di Cosenza, è stata ammessa al giudizio abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, come ha disposto il giudice per le indagini preliminari di Cosenza, Letizia Benigno, al termine dell’udienza che si è svolta oggi. L’udienza per l’affidamento dell’incarico al perito è stata fissata per il 27 ottobre.
La famiglia della madre della piccola, compresi i nonni materni e paterni, si è costituita parte civile.
Rosa Vespa è accusata di sottrazione di minore con l’aggravante di aver agito in un luogo sensibile. «Il giudice ha accolto la nostra richiesta anche in considerazione del fatto che agli atti sono presenti due consulenze diametralmente opposte» ha dichiarato l’avvocata Teresa Gallucci, legale della donna. Attualmente, Vespa si trova agli arresti domiciliari.
La donna si è fatta accompagnare dal marito, Moses Omogo, 43 anni – la cui posizione è stata stralciata e probabilmente sarà archiviata – per andare a prendere in clinica “Natan”, il bambino che aveva detto di avere partorito alcuni giorni prima.
Secondo la ricostruzione degli investigatori della Squadra mobile di Cosenza, la donna ha simulato una gravidanzaper nove mesi, agevolata dalla sua corporatura robusta. Ha raccontato una serie di scuse al marito e ai familiari per giustificare l’assenza del neonato, e tutti le hanno creduto in buona fede, compreso Omogo, che infatti è stato subito scarcerato dopo l’interrogatorio di garanzia seguito all’arresto in flagranza.
Quella sera, spacciandosi per infermiera, la donna ha prelevato la piccola Sofia, che si trovava con la madre e la nonna. Il sistema di videosorveglianza interna ha ripreso la coppia mentre lasciava la clinica a bordo dell’auto intestata a Omogo.
Gli agenti della Mobile sono arrivati poco dopo all’abitazione dei coniugi, trovandoli intenti a festeggiare con parenti e amici l’arrivo in casa di “Natan”, mentre la piccola Sofia era stata vestita con una tutina azzurra.
La neonata è tornata così tra le braccia dei genitori dopo tre ore di ansia.