Dopo quaranta giorni dalla morte del quattordicenne di Santi Cosma e Damiano, gli accertamenti del Ministero dell’Istruzione rivelano gravi falle nella gestione del caso. In corso due inchieste della magistratura.
La storia di Paolo Mendico, studente di 14 anni di Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, aveva profondamente scosso l’Italia. Il ragazzo si era tolto la vita a settembre, all’inizio del nuovo anno scolastico, perché non sopportava più gli episodi di bullismo che, secondo la denuncia dei genitori, subiva da anni.
A quaranta giorni dalla sua morte, quella denuncia sembra trovare conferma negli accertamenti disposti dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che si è interessato subito al caso dopo aver ricevuto una lettera dal fratello di Paolo.
Gli ispettori inviati da viale Trastevere hanno concluso le verifiche presso la scuola frequentata dal ragazzo, ovvero la sede distaccata a Santi Cosma e Damiano dell’Iti “Antonio Pacinotti” di Fondi. A breve dovrebbe partire la fase delle contestazioni disciplinari nei confronti del personale scolastico coinvolto.
Non è ancora chiaro quali saranno le contestazioni, ma è certo che ci saranno: segno che qualcosa nella scuola non ha funzionato.
L’istruttoria del ministero dovrà ora confrontarsi con le due inchieste aperte:
una della Procura dei minori di Roma, che sta valutando la posizione di alcuni compagni di classe ritenuti presunti bulli di Paolo;
e una della Procura di Cassino, incaricata di verificare se nel comportamento di dirigenti, professori e personale scolastico si possano ravvisare reati o omissioni.
