Bimbo rapito in Italia dal padre, la madre lo riconosce in alcune foto Isis

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Il piccolo Ismail Mesinovic, è un bimbo di tre anni, che nel dicembre 2013 è scomparso da una cittadina in provincia di Belluno dove viveva, rapito dal padre.Tutto è iniziato quando il padre Ismar, circa un anno fa, aveva detto di voler portare il bambino per qualche mese in Bosnia a trovare i parenti, per le vacanze di Natale. Purtroppo la verità era un’altra. Il vero obiettivo di Ismar era infatti quello di trasferirsi in Siria per arruolarsi tra le fila degli jihadisti. Qualche giorno dopo però a Gennaio, dopo essere sparito nell’inferno della Jihad, su internet compare una foto, quella del cadavere di Ismar, mentre del piccolo Ismail non si ha piu traccia. Fino a qualche tempo fa quando la madre vede in rete alcune immagini che ritraggono un bambino vestito da piccolo jihadista, armi automatiche giocattolo al collo e fascia nera con scritte in arabo in fronte. Un bimbo con grandi occhi scuri, sotto una frangetta bionda mentre posa su un’enorme motocicletta insieme a un combattente dalla folta barba rossa. Lidia Solano Herrera, la madre, non ha dubbi, quel bimbo è il suo Ismail. La signora, una volta appresa la notizia della morte del marito, ha presentato una denuncia di scomparsa del figlio. Ad occuparsi della vicenda anche Pablo Trincia (Le Iene) che ha intervistato e chiesto aiuto ad alcuni amici di Ismar, senza purtroppo ottenere grandi risposte se non :” non posso dire nulla questa è la mia religione”. Trincia si è spinto anche in Siria con la madre del piccolo. I carabinieri dei Ros di Padova stanno indagando sull’autenticità delle fotografie che ritraggono il bambino. È soprattutto sulla seconda fotografia che si concentra ora l’attenzione. L’immagine, ritenuta autentica e sulla quale sono ancora in corso accertamenti, è stata scovata giorni fa in una galleria fotografica, su un sito jihadista, accanto a quella della motocicletta. I volti e i dettagli sono molto nitidi e il bambino sembra in tutto e per tutto identico all’Ismail riconosciuto da Lidia. Gli stessi carabinieri del Ros – che avrebbero individuato la zona dove si trova il piccolo ritengono «più che verosimile» che si tratti dello stesso bambino. 

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