Falsi braccianti agricoli, denunciate 81 persone in provincia di Reggio Calabria

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I Finanzieri del Gruppo di Locri, hanno svolto accertamenti nei confronti di quattro aziende agricole con terreni ricadenti nei comuni di Locri, Bovalino, Careri, Casignana, Caulonia, Platì e San Luca, e successivamente a centinaia di accertamenti espletati attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, sopralluoghi sui terreni fittiziamente lavorati ed a seguito dell’ escussione in atti di numerosi braccianti, hanno accertato che numerosi aziende operanti nel settore agricolo avevano assunto, in modo fittizio, un totale di n. 81 falsi braccianti, attraverso false attestazioni di posizioni lavorative, inducendo in errore l’Ente previdenziale che ha provveduto, nei vari anni, ad erogare prestazioni assistenziali non dovute, quali indennità di disoccupazione, di malattia e di maternità.

Le indagini hanno consentito di constatare anche la riconducibilità della titolarità  di una delle quattro aziende controllate ad un soggetto già gravato in passato da numerosi pregiudizi di polizia e sottoposto ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in ordine al reato di associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.).

I falsi braccianti, unitamente ai titolari delle aziende agricole, quest’ultimi denunciati anche per “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”, sono stati tutti deferiti all’Autorità Giudiziaria per aver in concorso tra di loro e previo accordo criminoso, realizzato una truffa ai danni dell’Ente previdenziale mediante la falsa assunzione di braccianti agricoli  e mediante la produzione di contratti che attestavano una falsa disponibilità dei terreni da coltivare ed una falsa rappresentazione delle colture agricole insistenti sul terreno, cagionando alla persona offesa dal reato (INPS) un danno patrimoniale di rilevante gravità.

Gli investigatori hanno accertato complessivamente un danno erariale stimato di circa 400.000 Euro con conseguente segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro per il recupero delle somme indebitamente percepite.

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