Giocavano a carte invece di lavorare, indagati 11 operai forestali in Calabria

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Unidici operai forestali sono indagati  per il reato di truffa e falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Petilia Policastro hanno infatti notificato nei giorni scorsi un avviso di conclusioni indagini nei confronti degli stessi che al momento rispondo a piede libero.

In particolare, gli inquirenti  hanno accertato che nel periodo incorrente tra l’estate ed il Natale 2013,  6 operai in servizio presso il Consorzio di Bonifica Jonio Crotonese e 5 operari forestali dell’A.For, tutti residenti ed operanti nel centro petilino, pur percependo regolarmente lo stipendio mensile, omettevano, alcuni in maniera ripetuta, altri in maniera sistematica di presentarsi presso i cantieri e\o luoghi di lavoro dove erano destinati per prestare la propria giornata lavorativa.

L’attività di indagine della Polizia giudiziaria ha consentito di accertare che alcuni soggetti conosciuti come operai forestali dei due enti, trascorrevano tranquillamente intere giornate al bar o in piazza nel paese.

Nello specifico, i militari hanno accertato che undici di loro, pur risultando regolarmente presenti nei registri giornalieri di servizio, sovente, per non dire quasi sempre, non si presentavano a lavoro, continuando tranquillamente una vita rilassata, tanto nella stagione estiva quanto in quella autunnale-invernale, intenti in altre attività, lavorative o di ozio puro.

Così sono stati monitorati operai che lavoravano ininterrottamente presso esercizi commerciali di vendita di alimentari, o come manovali presso cantieri, uomini che rimanevano seduti per ore a giocare a carte nel centro del paese, persone che non erano in grado, se richiesti, neanche di indicare in quale sito si sarebbero dovuti recare quel giorno per svolgere attività lavorativa.

Il capo di imputazione per tutti è stato quello di truffa continuata in concorso per le retribuzioni indebitamente percepite a fronte di assenze continuate ed ingiustificate sul lavoro, oltre alla contestazione anche del reato di “ falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici”  per le mendaci attestazioni delle presenze sui registri giornalieri di servizio.

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