I numeri dell’intrattenimento in rete in Sardegna

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Ultimi dati: gli isolani hanno speso 3,7 miliardi di euro 

Che l’intrattenimento online tiri le fila dell’economia italiana non è certo una novità. Complici anche i progressi tecnologici e la capacità degli operatori del settore di offrire stimoli sempre nuovi, i numeri che interessano il gaming in rete spingono se non altro a fare qualche riflessione di carattere economico e non solo. 

Anche in Sardegna, infatti, le statistiche più recenti, che arrivano da un report realizzato dalla fondazione Isscon di Federconsumatori nazionale in collaborazione con Cgil, ci dicono che nel 2023 sono stati spesi 3,7 miliardi di euro. Se da un lato questi dati incentivano le iniziative volte a promuovere il Gioco Responsabile, dall’altro è inevitabile non considerare che la spesa legata al divertimento rappresenti una risorsa preziosa per lo Stato.

Nel caso della Sardegna i comuni più propensi all’attività ludica virtuale, considerando la spesa media a persona annuale, sono Cagliari con 2.287 euro, Oristano con 2.025 euro e, a seguire, Sassari con 1.973 euro. Questi numeri ci aiutano a capire come sta cambiando la società. Emerge una maggiore cognizione e capacità di utilizzo degli strumenti digitali, che infatti ha spostato i giocatori dalla dimensione fisica a quella virtuale. Anzi a ben vedere è proprio quest’ultima dimensione che detiene lo scettro.

Il termine “gaming online” comprende diverse attività, dalle scommesse sportive, fino ai giochi dei casinò online, che costituiscono una delle categorie con i volumi più consistenti. Si tratta di un insieme regolamentato di giochi, accessibili attraverso piattaforme digitali e soggetti a normative di controllo. L’adesione a queste attività risulta eterogenea, con una partecipazione sempre più trasversale per genere e fascia d’età. Sono coinvolti uomini e donne, giovani adulti e pensionati, spesso occupati, che vi si avvicinano nel proprio tempo libero.

Questo cambiamento evidenzia una trasformazione socioculturale: ciò che un tempo era appannaggio di una nicchia, oggi coinvolge una fetta molto più ampia della popolazione, pur rimanendo fondamentale promuovere informazione, consapevolezza e attenzione ai comportamenti a rischio.

Guardando al futuro, gli analisti prevedono un possibile incremento nei volumi complessivi di partecipazione. Un’evoluzione che potrebbe tradursi anche in una maggiore richiesta di professionalità specializzate nel settore digitale dell’intrattenimento, già in crescita negli ultimi anni.

In sintesi, se la raccolta totale dei giochi è pari al 7% del PIL nazionale, non ci resta che attendere per capire quali altri numeri record si raggiungeranno qualora le previsioni dovessero avverarsi.

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