Italiani popolo di Commissari Tecnici?! Si, e non rompeteci le palle

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Italiani… popolo di Santi, navigatori, poeti e… commissari tecnici della Nazionale. Ore 17.59 di ieri venerdì 20 giugno, i commenti più in voga sul mondiale degli azzurri erano: “ci siamo, possiamo vincere il mondiale”, “dopo aver visto Argentina e Brasile possiamo vincere con tutti”, “Balotelli è un fuoriclasse sarà lui la nostra fortuna”, “Prandelli ha capito come dobbiamo giocare,  è un grande”. Ore 18.46, dopo ciò che tutti sappiamo cosa sia successo (non ricordiamolo fa ancora male..) le stesse persone, nelle stesse piazze, negli stessi bar, sugli stessi social network “che siamo venuti a fare usciremo al primo turno”, “dopo aver visto Francia e Germania dove dobbiamo andare? Perderemo con tutti”, “Balotelli è solo un esaltato sopravvalutato, sarà lui la nostra rovina”, “Prandelli non ha capito niente, è un perdente” (i commenti su Prandelli e Balotelli sono un “tantino” più “coloriti” ma meglio non riportarli integralmente…).

In questa assoluta incoerenza sui nostri giudizi sta il bello di come il mondiale sia vissuto da noi italiani. Contraddizioni su contraddizioni nella competizione più sentita e seguita, sulla quale dopo quattro anni (in questo caso otto dopo la disfatta Sudafricana) di trepidante attesa vogliamo e pretendiamo di dire la nostra su tutto e su tutti, formazione, modulo, capelli di Balotelli e barba di Pirlo (no su di lui no… è l’unico su cui ci sia unanimità di opinione e può fare ciò che vuole). Ma insieme al partito, di stragrande maggioranza nel paese,  ogni quattro anni all’”opposizione” si ripresentano i soliti predicatori. Coloro i quali, anch’essi attendono i mondiali con il solo scopo di manifestare la loro superiorità morale rispetto a noi popolino assuefatto dalla kermesse pallonara. Ma rimodulando ai giorni nostri l’antico adagio latino “verba volant, facebook manent ”, ed andando a spulciare nelle bacheche di chi tutto ad un tratto  è diventato economista per risolvere la crisi, di chi condivide foto e post su guerre africane di cui fino a ieri disconosceva l’esistenza,  di chi si ricorda l’importanza della tutela dell’ambiente solo in questo mese, si scopre in realtà  che i novelli Gandhi  fino all’altro ieri si disperavano perché ad Amici non aveva vinto il loro cantante preferito, erano gli stessi che non andavano a votare alle europee perché i politici sono tutti uguali (è cosa notoria infatti che con il disimpegno politico si attui la rivoluzione) o si lamentano se fa freddo/caldo, piove/nevica/c’è vento ecc.

È giusto rispettare le idee e le opinioni di tutti, ma la stragrande maggioranza degli italiani attende quattro anni questo mese di mondiale, oggi più che mai per accantonare i problemi quotidiani e vivere un sogno piccolo o grande che sia, quindi se avete voglia di salvare il mondo con i vostri post attendete sino al giorno dopo la finale per confrontarvi, fino a quel giorno siamo impegnati, siamo tutti commissari tecnici.

Angelo Zurzolo

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