Porto di Gioia Tauro, SUL: Crocetta solleva polverone inutile e dannoso

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Non bastava il clima di estrema incertezza generato dalla recente riforma del Sistema Portuale italiano che produrrà non pochi problemi gestionali alla neonata Autorità Portuale del Tirreno Meridionale generando ulteriori ritardi di competitività ai porti calabresi e siciliani; dobbiamo anche assistere alle esternazioni scomposte del Governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta che onestamente sollevano un polverone inutile quanto dannoso.

Inutile perché la designazione di Gioia Tauro quale sede della nuova Autorità Portuale nasce dall’inquadramento dello scalo gioiese come “porto core” e non per scelte politiche e o clientelari. Dannoso perché, invece di esaltare, le qualità di uno scalo che, nonostante le oggettive difficoltà di ogni segno e modo, riesce a competere con i principali porti del Mediterraneo, cerca di metterne in evidenza “problematiche” che nello scalo gioiese vengono affrontate da anni con decisione e professionalità dall’intelligence italiana. Lo scalo gioiese è tra i più sicuri al mondo; forse anche crocevia di “interessi mafiosi e n’dranghestistici” come tutti i porti di transhipment a livello mondiale, ma certamente tra i porti più controllati in Europa. Prova ne sono le decine di operazioni antidroga che sono concluse con successo proprio per l’estremo grado di controllo cui lo scalo è soggetto. Sarebbe opportuno mettersi invece a lavorare perché questo accorpamento si traduca davvero in un’opportunità per tutti, eliminando burocrazia e pastoie e mettendo in campo idee e risorse per un rilancio complessivo del nuovo sistema portuale così concepito, a cominciare da un’analisi approfondita degli spazi e delle banchine portuali a disposizione di tutto il sistema calabrese e siciliano al fine di esaltarne e ottimizzarne le vocazioni.

E’ un’impresa non facile; sicuramente impossibile se dagli organi istituzionali locali vengono fuori riflessioni demagogiche e in contrasto con l’interesse comune.

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