Urne chiuse, verdetto chiaro: i cinque referendum abrogativi che puntavano a modificare leggi chiave su lavoro e cittadinanza sono stati bocciati dall’astensionismo. Alla chiusura definitiva dei seggi, lunedì 9 giugno alle ore 15, nessuno dei quesiti ha raggiunto il quorum, fissato al 50% più uno degli aventi diritto. L’affluenza complessiva in Italia si è fermata ben sotto il 30%, rendendo non valido l’intero processo referendario.
In Calabria, come nel resto del Paese, la partecipazione è stata debole, nonostante una mobilitazione prolungata dei comitati promotori, della CGIL e di varie forze politiche. Il dato parziale già fotografava un disinteresse diffuso: alle ore 23 di domenica 7 giugno aveva votato appena il 22,7% degli elettori. Nelle ultime sette ore disponibili nella giornata di lunedì, la spinta finale non è bastata a risollevare i numeri.
I temi: Jobs Act, sicurezza sul lavoro, cittadinanza
I cinque quesiti referendari proponevano l’abolizione del Jobs Act, la modifica dell’articolo 26 del Testo Unico sulla Sicurezza e il dimezzamento dei tempi per la concessione della cittadinanza agli extra-comunitari. Temi importanti, che però non sono riusciti a mobilitare gli italiani, forse per la complessità delle norme o per una campagna ritenuta poco incisiva.
In attesa della pubblicazione ufficiale dei dati completi sul portale del Ministero dell’Interno, Eligendo, è già certo che la consultazione si chiude con un nulla di fatto: restano in vigore tutte le leggi esistenti.
Salvini: “Referendum bocciati”
Il primo a commentare l’esito è stato Matteo Salvini parlando di “Referendum bocciati“, mentre, direttamente dalla Francia:
“La cittadinanza in Italia e in Francia non è un regalo. Servono regole chiare e severe. Non basta qualche anno di residenza: occorre dimostrare di conoscere, amare e rispettare la cultura e la legge del Paese che vi ospita, in Italia, come in Francia, altrimenti tutti a casa.”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Meloni.
Un commento netto, arrivato nel giorno in cui il mancato quorum ha spento ogni possibile effetto giuridico dei quesiti, ma non le polemiche politiche.