Report Legambiente: in Calabria buona qualità dell’aria

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La qualità dell’aria nelle città calabresi, sulla base dei dati disponibili, non presenta criticità importanti.

Per il 2022 i capoluoghi calabresi rispettano i limiti di legge sia per le polveri sottili (PM10 e PM2.5) che per il biossido di Azoto (NO2).

È quanto emerge dal report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”.
“Tuttavia – è scritto in una nota – alcuni valori (PM2.5 a Cosenza e PM10 e NO2 a Crotone) risultano superiori ai nuovi obiettivi europei al 2030 così come l’NO2 in tutte le città ed in particolare in diverse città che risultano superiori a quanto stabilito dall’OMS. Per la Calabria, in particolare, i parametri delle PM2.5, molto pericolose per la salute umana, vedono tra le città virtuose Vibo, Reggio, Catanzaro e Crotone (4 μg/mc) che si trovano già sotto il limite di 10 μg/mc stabilito per il 2030. Catanzaro e Crotone si trovano anche in linea con i limiti raccomandati dall’OMS (5 μg/mc). Per quanto riguarda, invece, l’NO2 emerge che tutte le città calabresi sono sopra i limiti OMS anche se tra le poche città italiane che si avvicinano, in positivo, al limite (concentrazione di NO2 minore o uguale a 10 μg/mc) ci sono Catanzaro (13 μg/mc), Reggio e Vibo (12 μg/mc), mentre Crotone risulta sopra i limiti. Occorre però sottolineare che si tratta di dati parziali perché aggiornati solo fino a giugno 2022 per indisponibilità degli ulteriori dati ufficiali non presenti sul sito Arpacal”.

“Il report – afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – ci consegna dati tendenzialmente positivi, grazie anche ad un complesso di fattori tra cui le caratteristiche naturali dei territori e la carenza storica di un tessuto industriale inquinante. Tuttavia costituisce un segnale allarmante, soprattutto a fronte dei dati sul biossido di azoto che dipende dal traffico veicolare, la circostanza che i dati ufficiali si fermino al giugno 2022 quando dovrebbe esserne garantita la fruibilità e rese trasparenti le notizie sull’effettivo funzionamento delle centraline di monitoraggio.

Appare evidente come tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Regione, debbano attivarsi per risolvere la problematica”.

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